Tra lacrime di gioia e dolore, aspettiamo il ritorno di tutti gli ostaggi

Angelica Calò descrive a caldo le emozioni che attraversano l’intero paese dopo il 7 ottobre e 471 giorni di conflitto

Emily, una delle prime tre donne ostaggio liberate domenica

In questo momento l’unico desiderio che si ha nel cuore è di continuare a guardare attraverso le lacrime le immagini di felicità di Romy, Emilie e Doron tornate dall’inferno di Gaza, finalmente tra le braccia delle proprie madri. Vorremmo godere all’infinito di questi momenti di grazia davanti ai salti di gioia degli amici con gli occhi scintillanti di emozione, che le accolgono all’entrata dell’ospedale Shiba- Tel Hashomer. Migliaia di persone si sono riversate nelle strade per salutarle, per esultare, per ringraziare di questo momento così atteso, agognato, sognato ogni notte ad occhi aperti e a occhi chiusi. 15 mesi di orrore e di oscurità. Stanno bene, ha detto la Croce Rossa, gli stessi che in 471 giorni non sono stati capaci di riferire a Israele dove fossero, come si sentissero, se fossero vive o morte….Sembra tutto normale e ora vedremo cosa succederà, cosa racconteranno, cosa è passato sui loro giovani cuori. Le abbiamo viste passare dalla vettura di Hamas a quella della Croce Rossa in mezzo a una calca opprimente di uomini mascherati e armati fino ai denti. Abbiamo visto quella moltitudine trionfante, ebbra di una vittoria degna di un guerriero codardo che colpisce alle spalle, che brucia bambini, che violenta le donne e gli uomini. Vittoria di terroristi subdoli. Di anime perse alimentate da un odio cieco.
Abbiamo dovuto firmare un accordo ingiusto, assurdo: 98 innocenti in cambio di 1904 criminali, assassini, violentatori perfino delle loro donne arabe che hanno implorato Israele di non rimandarli nella West Bank perché hanno giurato di vendicarsi se li avessero scarcerati. Le immagini di Gaza al momento in cui Emilie, Doron e Romy sono passate da un’auto all’altra sono inquietanti. A migliaia erano lì a gridare Allah U Akbar…e mi chiedo sinceramente…potrò mai più fidarmi di questa gente? Potrò mai più essere tranquilla che non ci sia un 7 ottobre nel Sud o nel Nord? Io non chiudo mai la mia casa a chiave perché’ vivo in un kibbuz e mi fido di tutti. E ora?

i palestinesi festeggiano il cessate il fuoco

Ora che sono stati traditi tutti i valori possibili, ora che con enorme fatica siamo riusciti a rivedere tre ragazze che erano prigioniere da 15 mesi e il cadavere del soldato Daniel Oron considerato disperso da 11 anni…ora che cominciamo a contare 42 giorni di stillicidio prima di poter rivedere gli altri 30 “hatufim” promessi senza sapere quale sarà la sorte degli altri 65 che resteranno in mano alle squadracce di Hamas….riusciremo a tornare a respirare regolarmente? Riusciremo a dimenticare il male assoluto perpetrato nei nostri confronti? Riusciremo a superare la rabbia per averci costretto ad entrare in una guerra che ci ha carpito vite, energie e speranza?
I nostri cuori sono divisi, il nostro popolo è diviso tra esultanza e dolore, quei 1904 che hanno cercato di annientarci gireranno tra noi, o tra gli ebrei della diaspora. Vado a rileggermi l’accordo:
Rilascio degli ostaggi e dei prigionieri di sicurezza
L’accordo è suddiviso in tre fasi, ciascuna della durata di 42 giorni. Nella prima fase si prevede il rilascio di cittadini israeliani, cittadine e soldatesse, mentre parallelamente saranno liberati 737 prigionieri di sicurezza e 1.167 residenti della Striscia di Gaza detenuti sotto custodia israeliana CIOE’ 1904 DETENUTI CONTRO 98 OSTAGGI. Israele ha promesso che le sue forze si ritireranno dalla maggior parte della Striscia di Gaza, che sarà consentita la ricostruzione delle infrastrutture essenziali nella regione, il ritorno dei residenti del nord della Striscia alle loro case e l’apertura dei valichi di frontiera. Il rapporto tra prigionieri palestinesi e ostaggi israeliani nella prima fase dell’accordo è fissato a 30 palestinesi per ogni cittadino israeliano e 50 prigionieri palestinesi per ogni soldatessa israeliana. Sanno bene quanto sia importante per noi ogni essere umano vivo o morto. Complessivamente, per cinque ostaggi civili e due bambini della famiglia Bibas, saranno liberati 210 minorenni e donne palestinesi; per cinque soldatesse saranno liberati 150 prigionieri condannati all’ergastolo e altri 100 detenuti; per nove ostaggi malati o feriti saranno liberati 110 ergastolani; per dieci ostaggi anziani saranno liberati 30 ergastolani e altri 270 prigionieri più ex detenuti rilasciati nell’accordo Shalit, poi incarcerati nuovamente perché’ hanno riprovato a compiere atti terroristici.

l’accordo prevede un rilascio progressivo degli ostaggi per 6 settimane

Cessazione delle ostilità e ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza
Secondo l’accordo, a partire da domenica 19 gennaio 2025 entrerà in vigore un cessate il fuoco della durata di sei settimane, durante le quali saranno rilasciati gli ostaggi israeliani e i prigionieri palestinesi. Durante questo periodo, le forze israeliane si ritireranno gradualmente dal centro della Striscia di Gaza e dal corridoio di Netzarim, e ai civili palestinesi sarà permesso di tornare nelle loro case nel nord della Striscia. Israele si è impegnato a consentire la ricostruzione immediata della regione con l’inizio della prima fase dell’accordo, inizialmente attraverso la costruzione di città di roulotte per gli sfollati che torneranno. Inoltre, l’assistenza umanitaria alla Striscia sarà significativamente aumentata.

Anche nella parte israeliana abbiamo ancora 150mila cittadini che vivono in roulotte, in alberghi e fuori casa. Nonostante il caos ci siamo subito organizzati con psicologi, assistenza sanitaria, ricostruzione delle strutture educative. Non ci siamo persi d’animo anche se eravamo senza pelle, se il cuore sanguinava, se la rabbia ci assaliva e sembrava dominarci. Non ci aspettiamo mai che qualcuno costruisca per noi, ci rimetta in sesto e non piangiamo davanti al mondo accusando, puntando il dito e diffondendo bugie. Il tempo è prezioso e preferiamo utilizzare ogni attimo per curare e costruire non per inondare Tik Tok e tutti gli altri social.

Tel Aviv, domenica sera

La moltitudine urlante di Gaza al momento dello scambio degli ostaggi ha ben dimostrato che non c’è stato nessun genocidio. È vero, tante case sono distrutte e ci duole, ma cosa c’è da aspettarsi quando si nascondono arsenali di armi in tunnel sottostanti a palazzi, chiese, ospedali e scuole?
L’importante è che Emilie, Doron e Romy siano a casa, e che presto tutti gli altri tornino e che il cessate il fuoco venga rispettato, che i nostri soldati non vengano più richiamati e non debbano combattere PERCHÉ NOI, IN ISRAELE, VOGLIAMO, CREDIAMO, BRAMIAMO ARDENTEMENTE E PIU DI OGNI COSA la PACE, quella pace che ci permetterà di ricostruire i cuori spezzati, le case bruciate e devastate e le energie rubate.
Vorremmo piangere e danzare al tempo stesso e troveremo la forza di riunire le migliaia di schegge in cui il 7 ottobre ci ha deflagrato!

guarda il video della liberazione

3 risposte

  1. Non ci sono parole per esprimere il dolore che avvolge questa tregua: che almeno insegni a odiare di meno gli innocenti che ci vivono accanto e ad opporsi ai violenti che ci schiavizzano: siano cacciati i terroristi che impongono una guerra insensata per poter vivere in pace e collaborare senza distinzioni.

  2. Cara Angelica, ho esultato per il ritorno a casa delle tre ragazze, ma al tempo stesso ho pianto per gli altri ostaggi. So di certo che siete “costruttori di pace, grandi lavoratori, menti geniali” non vi siete mai commiserati. Ma un riconoscimento per tutto quello che avete subito e’ d’obbligo! Molti hanno criticato Netaniau, io credo di aver compreso, nel suo essere così deciso contro Hamas, il rispetto per il suo popolo, l’amore per la sua Terra, il desiderio di annientare una volontà pervasa di odio contro Israele, davvero incomprensibile. Certo, come giustanente ci racconti, lo stare tranquilli, in pace per ora è impensabile. Auguro a tutti voi Shalom, quella vera che nasce dal cuore.
    Un abbraccio e auguri per una ennesima ricostruzione di una vita “normale” ❤️ 🇮🇱

  3. Angelica è sempre stata una donna piena di amore e di entusiasmo. Eppure …
    La Croce Rossa dice che le tre ragazze”stanno bene”.
    Siamo un popolo che sa conservare il pudore nelle situazioni più orrende.

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