Teshuvà è libertà
I dieci giorni che separano Rosh ha shanà da Yom kippur servono a prendere coraggio e speranza per l’anno che viene, come ci spiega Rav Eliezer Di Martino
Il filosofo americano Stephen R. Covey, nel suo libro “Le 7 abitudini delle persone altamente efficaci”, condivide un racconto catalizzante su Viktor Frankl, il celebre psichiatra e sopravvissuto all’Olocausto. Le esperienze di Frankl nei campi di concentramento nazisti hanno offerto profondi spunti sulla condizione umana e sul potere della scelta di fronte all’avversità.
Imprigionato nei campi di concentramento, Frankl ha sopportato orrori inconcepibili. Spogliato di tutto, ha scoperto ciò che chiamava “l’ultimo diritto dell’uomo” – la libertà di scegliere la propria risposta agli stimoli che lo circondavano. Mentre i suoi aguzzini nazisti potevano controllare il suo ambiente fisico e infliggergli torture, non potevano privarlo della sua coscienza e del potere di decidere la sua reazione alle circostanze.
Nel mezzo della sua sofferenza, Frankl proiettava se stesso in diverse situazioni, usando la sua immaginazione e la sua memoria per mantenere il suo senso di sé e esercitare la sua libertà di scelta. Attraverso una disciplina mentale, emotiva e morale, ha sviluppato questa piccola libertà embrionale fino a farne una fonte di autonomia e ispirazione per chi lo circondava. La capacità di Frankl di trovare un significato nella sua sofferenza e dignità nella sua esistenza in prigione testimoniava del potere della scelta e della resilienza umana.
Possiamo certamente tracciare paralleli tra il concetto di libertà di scelta di Frankl e il concetto ebraico di Teshuva, il pentimento. La Teshuva non consiste semplicemente nel rammaricarsi per i propri errori o nel cercare una seconda possibilità; è un atto profondo di introspezione e miglioramento di sé. Come il complesso calendario ebraico, che, come notiamo in questo anno embolismico (Shanà Meubberet) 5784, armonizza l’anno solare con il ciclo lunare, la Teshuva invita a trovare un equilibrio tra il fisico e lo spirituale, tra il banale e il divino.
Possiamo affermare che la tradizione ebraica sottolinea che tra lo stimolo e la risposta si trova questo spazio dove risiede la nostra libertà di scegliere. È in questo luogo che possiamo rivedere le nostre azioni, imparare dai nostri errori e crescere come individui e come comunità. La relazione tra Dio e l’umanità non si basa su un giudizio avversario; si fonda sulla fiducia e sul partenariato, in cui Dio crede nella nostra capacità di fare le scelte giuste e imparare dalle nostre esperienze.
Rosh Hashanah segna l’inizio di un nuovo anno, un nuovo inizio e un’opportunità di introspezione e cambiamento. I Dieci Giorni di Penitenza che seguono offrono un periodo unico di profonda riflessione e introspezione, e Yom Kippur è un ponte tra il terreno e il celeste.
Il messaggio della Teshuva è universale, applicabile a tutte le persone, indipendentemente dalle loro origini e dalla loro fede. Ci invita a prendere la responsabilità delle nostre azioni, imparare dai nostri errori e cercare di crescere e migliorare moralmente. Invece di essere paralizzati dal rimpianto e dalla colpa, possiamo usare i nostri errori passati come trampolini di lancio verso un futuro migliore.
Il concetto ebraico di Teshuva è un appello intemporale al miglioramento di sé e alla crescita. Va oltre il livello superficiale del “rammaricarsi” per le nostre azioni e penetra nel campo più profondo della consapevolezza di sé, della responsabilità e della trasformazione. Gli insegnamenti di Viktor Frankl risuonano fortemente con questa idea, poiché ha scoperto la profonda libertà di scelta anche nelle circostanze più estreme e disumane.
Ho menzionato la peculiarità del calendario ebraico, un notevole doppio calendario, che riflette la complessità delle nostre vite come esseri umani. Da un lato, segue l’anno solare, riconoscendo la dimensione fisica e i cicli della natura. D’altro canto, è fedele alla luna, simboleggiando la Rivelazione divina e la storia personale. Questa dualità riflette l’aspirazione ebraica integrale a connettere il Cielo e la Terra, a essere sia esseri terreni che anime divine.
Abbiamo vissuto tempi di incertezza e sfide, sia a livello mondiale che nello Stato d’Israele. Traiamo insegnamento da queste lezioni per trovare la forza e il coraggio di scegliere le nostre risposte di fronte agli stimoli che ci circondano. Invece di lasciarci sommergere dallo sconforto e dalla paura, abbracciamo la libertà di scelta e la possibilità di creare un futuro migliore.
Impegniamoci nel viaggio della Teshuva, un viaggio di introspezione e crescita personale. Trasformiamo i nostri errori in opportunità di apprendimento e sviluppo morale. Lasciamoci ispirare dall’esempio di Frankl e di tanti altri che hanno trovato la forza interiore per superare le circostanze più difficili ed emergere più forti e più saggi.
Che questo Anno Nuovo sia un periodo di rinnovamento e benedizione per tutti, colmo di speranza e significato.