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Teshuvà è libertà

I dieci giorni che separano Rosh ha shanà da Yom kippur servono a prendere coraggio e speranza per l’anno che viene, come ci spiega Rav Eliezer Di Martino

rav Eliezer di Martino è rabbino a Losannna

Il filosofo americano Stephen R. Covey, nel suo libro “Le 7 abitudini delle persone altamente efficaci”, condivide un racconto catalizzante su Viktor Frankl, il celebre psichiatra e sopravvissuto all’Olocausto. Le esperienze di Frankl nei campi di concentramento nazisti hanno offerto profondi spunti sulla condizione umana e sul potere della scelta di fronte all’avversità.

Imprigionato nei campi di concentramento, Frankl ha sopportato orrori inconcepibili. Spogliato di tutto, ha scoperto ciò che chiamava “l’ultimo diritto dell’uomo” – la libertà di scegliere la propria risposta agli stimoli che lo circondavano. Mentre i suoi aguzzini nazisti potevano controllare il suo ambiente fisico e infliggergli torture, non potevano privarlo della sua coscienza e del potere di decidere la sua reazione alle circostanze.

Nel mezzo della sua sofferenza, Frankl proiettava se stesso in diverse situazioni, usando la sua immaginazione e la sua memoria per mantenere il suo senso di sé e esercitare la sua libertà di scelta. Attraverso una disciplina mentale, emotiva e morale, ha sviluppato questa piccola libertà embrionale fino a farne una fonte di autonomia e ispirazione per chi lo circondava. La capacità di Frankl di trovare un significato nella sua sofferenza e dignità nella sua esistenza in prigione testimoniava del potere della scelta e della resilienza umana.

Viktor Frankl (1905-1997)

Possiamo certamente tracciare paralleli tra il concetto di libertà di scelta di Frankl e il concetto ebraico di Teshuva, il pentimento. La Teshuva non consiste semplicemente nel rammaricarsi per i propri errori o nel cercare una seconda possibilità; è un atto profondo di introspezione e miglioramento di sé. Come il complesso calendario ebraico, che, come notiamo in questo anno embolismico (Shanà Meubberet) 5784, armonizza l’anno solare con il ciclo lunare, la Teshuva invita a trovare un equilibrio tra il fisico e lo spirituale, tra il banale e il divino.

Possiamo affermare che la tradizione ebraica sottolinea che tra lo stimolo e la risposta si trova questo spazio dove risiede la nostra libertà di scegliere. È in questo luogo che possiamo rivedere le nostre azioni, imparare dai nostri errori e crescere come individui e come comunità. La relazione tra Dio e l’umanità non si basa su un giudizio avversario; si fonda sulla fiducia e sul partenariato, in cui Dio crede nella nostra capacità di fare le scelte giuste e imparare dalle nostre esperienze.

Selichot al Qotel (2021)

Rosh Hashanah segna l’inizio di un nuovo anno, un nuovo inizio e un’opportunità di introspezione e cambiamento. I Dieci Giorni di Penitenza che seguono offrono un periodo unico di profonda riflessione e introspezione, e Yom Kippur è un ponte tra il terreno e il celeste.

Il messaggio della Teshuva è universale, applicabile a tutte le persone, indipendentemente dalle loro origini e dalla loro fede. Ci invita a prendere la responsabilità delle nostre azioni, imparare dai nostri errori e cercare di crescere e migliorare moralmente. Invece di essere paralizzati dal rimpianto e dalla colpa, possiamo usare i nostri errori passati come trampolini di lancio verso un futuro migliore.

Il concetto ebraico di Teshuva è un appello intemporale al miglioramento di sé e alla crescita. Va oltre il livello superficiale del “rammaricarsi” per le nostre azioni e penetra nel campo più profondo della consapevolezza di sé, della responsabilità e della trasformazione. Gli insegnamenti di Viktor Frankl risuonano fortemente con questa idea, poiché ha scoperto la profonda libertà di scelta anche nelle circostanze più estreme e disumane.

Maurycy Gottlieb, ebrei che pregano per Kippur (1878)

Ho menzionato la peculiarità del calendario ebraico, un notevole doppio calendario, che riflette la complessità delle nostre vite come esseri umani. Da un lato, segue l’anno solare, riconoscendo la dimensione fisica e i cicli della natura. D’altro canto, è fedele alla luna, simboleggiando la Rivelazione divina e la storia personale. Questa dualità riflette l’aspirazione ebraica integrale a connettere il Cielo e la Terra, a essere sia esseri terreni che anime divine.

Abbiamo vissuto tempi di incertezza e sfide, sia a livello mondiale che nello Stato d’Israele. Traiamo insegnamento da queste lezioni per trovare la forza e il coraggio di scegliere le nostre risposte di fronte agli stimoli che ci circondano. Invece di lasciarci sommergere dallo sconforto e dalla paura, abbracciamo la libertà di scelta e la possibilità di creare un futuro migliore.

Impegniamoci nel viaggio della Teshuva, un viaggio di introspezione e crescita personale. Trasformiamo i nostri errori in opportunità di apprendimento e sviluppo morale. Lasciamoci ispirare dall’esempio di Frankl e di tanti altri che hanno trovato la forza interiore per superare le circostanze più difficili ed emergere più forti e più saggi.

Che questo Anno Nuovo sia un periodo di rinnovamento e benedizione per tutti, colmo di speranza e significato.

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