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Studiamo per avvicinare tutti gli ebrei alla Torà

Da 8 anni a Roma opera un gruppo di giovani insegnanti di Torà: è il Kollel, che nasce da una esperienza diffusa in tutta Europa. Ce ne parla David Tesciuba, uno degli organizzatori

David, quando è nato il Kollel Roma?

David Tesciuba con Yosef Chaim Kanievsky (1928-2022)

È nato 8 anni fa, la notte di Lag Ba-omer. La prima sede era in via del Tempio (ora via Toaff, n.d.r.), proprio davanti al Tempio maggiore; un paio d’anni dopo però ci siamo trasferiti dalle parti di piazza Bologna, dove siamo ancora oggi, divisi tra via Marchi e via Garfagnana. Qui, al tempio del Bet Shmuel, abbiamo ormai la nostra base di studio: vorrei per questo ringraziare Lillo e Mayer Naman per l’ospitalità.

Come mai?

C’era una difficoltà di accesso, per via dei limiti della Ztl, inoltre il luogo non era molto comodo, perché poco luminoso. Infine, abbiamo pensato che strategicamente attorno a piazza Bologna esistesse un nucleo ebraico importante dove operare.

Quante persone lavorano al Kollel?

Siamo organizzati in un consiglio di 4 persone, che si occupa della gestione: ne fanno parte Michele Wagner, Shari Arbib, Ami Hayon, ed io. Poi ci sono i volontari. L’attività di studio ed insegnamento è svolta invece da 12 persone: 6 avrechim e le loro mogli.

Come scegliete gli avrechim?

Gli avrichim del Kollel

Siamo autonomi nella gestione delle nostre attività e attingiamo le risorse umane da varie istituzioni principalmente in Israele. Selezionano i candidati attraverso dei colloqui. Per esempio ci interessa capire se hanno doti interpersonali, se la moglie dell’avrech può insegnare a scuola o all’asilo. Ma soprattutto se più che ad un lavoro sono interessati ad essere shlichim, persone che si dedicano anima e corpo a trasmettere i valori della cultura ebraica ai propri fratelli ebrei.

Che attività svolge il Kollel?

Per i più piccoli abbiamo una scuola paritaria bilingue italiano – ebraico, “Tiferet Israel”, che va dall’asilo alla quinta elementare. Oggi “Tiferet Israel” è frequentata da oltre 100 bambini, che non vivono solo in zona (tant’è che abbiamo un servizio di pulmino che arriva da viale Marconi e Monteverde). Siamo in forte crescita e al momento siamo al massimo della capienza. Le insegnanti di materie ebraiche (lingua, cultura e religione ebraica) sono tutte ebree, mentre le insegnanti del programma ministeriale non necessariamente ma sono scelte in base alle loro qualifiche.

E per gli adulti?

Giovani di studio al Kollel (nella sede del Bet Shmuel di via Garfagnana)

Il Kollel ha il suo cuore nello studio, svolto dagli avrechim. Il loro compito è innanzitutto studiare Torà tra di loro come nelle scuole talmudiche avanzate di Israele e del resto del mondo. E poi studiano insieme a chiunque voglia, con persone della comunità. Come detto, siamo presso il Bet Shmuel, ma svolgiamo attività anche al Bet El e all’Eli Hay e saltuariamente altrove. Le attività di studio sono molte, posso ricordare ad esempio il Daf Yomì, seguendo il progetto mondiale di studio giornaliero del Talmud, e lo studio con i ragazzi pre e post bar mitzvà. Il nostro obiettivo, infatti, è di combattere l’assimilazione avvicinando gli adulti, ma soprattutto i giovani, allo studio della Torà. E non dimentichiamo le donne: ci sono moltissime attività anche per loro gestite dalle mogli degli avrechim.

Come vi finanziate?

Le nostre attività sono finanziate principalmente da donatori esteri, privati e istituzionali. Ultimamente si sono uniti anche alcuni donatori locali che è un gran segnale di apprezzamento del lavoro svolto.

Che rapporto avete con i templi e con la comunità?

Ottimi. Per esempio, la nostra sicurezza è garantita in collaborazione con la comunità ebraica di Roma, e la polizia ci protegge in quanto siamo riconosciuti come istituzione ebraica. Abbiamo contatti regolari con il rabbinato romano: ogni avrech al suo arrivo viene presentato al rabbino Capo. Inoltre abbiamo legami con l’Ufficio rabbinico, mediante rav Jacov Di Segni. Collaboriamo anche con il movimento Lubavitch, con rav Menachem Lazar e rav Ronnie Cannarutto. I nostri avrechim sono molto richiesti non solo nei templi della zona, ma anche altrove. Oltre a fornire contenuti, gli avrechim portano tanta simpatia e freschezza.

il Kollel, con la scuola Tiferet Israel, punta molto all’educazione dei bambini

Ma l’apertura di una scuola non rischia di fare concorrenza alla scuola ebraica della comunità?

Non credo. Considera che all’inizio era anche una necessità. Le famiglie degli avrechim hanno bisogno di un’educazione ebraica che sia in linea con gli standard delle scuole israeliane a cui sono abituati e alle quali tornano una volta finito il loro programma. La scuola nasce per loro. Insomma, abbiamo trasformato un’esigenza interna in un servizio per la collettività che anziché togliere aggiunge ricchezza alla comunità.

Insomma, che idea di ebraismo promuove il Kollel?

il Kollel svolge corsi per bambini, ragazzi, adulti (uomini e donne)

Noi seguiamo la linea comunitaria, ossia una linea ortodossa. Ci basiamo sullo studio della Torà, del Talmud, dell’halakhà e del musar (etica ebraica, n.d.r.). Cerchiamo di avvicinare le persone allo studio. Il Kollel è un centro studi rivolto a chiunque voglia interfacciarsi con l’ebraismo. In Israele e nel resto del mondo il Kollel è considerato una specie di università, un modo per proseguire lo studio dopo la yeshivà, quando ci si sposa e si mette su famiglia. Ma è un’università aperta al pubblico. Non è infatti possibile rimanere ebrei oggi, senza avere un forte collegamento con le proprie radici. Esiste un Kollel in tutte le capitali europee, a volte anche più sedi. A Roma c’era una eccezione e ora l’abbiamo riempita.

Una risposta

  1. Un iniziativa unica nel suo genere a Roma completa in tutti i servizi che offre. Che hashem li faccia sviluppare sempre di più bh. Che possano ingrandirsi sia strutturalmente sia che possano portarci tante altri zaddikim.

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