Nelle ricerche su Angelo Tagliacozzo mi è stato possibile ritrovare, nell’abitazione del generoso donatore, che ha voluto rimanere anonimo, oltre a fotografie e lettere di famiglia, non solo le 11 Ketubòt, ma anche 5 meghillot di Esther ed altri documenti, di provenienza della famiglia di Fortunata Di Porto, la moglie di Angelo. All’inizio infatti abbiamo cercato la Ketubah di Fortunata, e così abbiamo realizzato uno tra i rinvenimenti più significativi per le collezioni oggi custodite al Museo. Le Ketubòt rinvenute raccontano infatti le storie di 11 coppie di sposi e di circa 120 anni di iconografia ebraica romana. Importante anche la scoperta sugli atti dotali.
Di che si tratta?
Dopo il rinvenimento delle Ketubòt e la loro donazione, ho svolto ricerche archivistiche presso l’Archivio di Stato di Roma, con la guida di Raffaele Pittella, che hanno consentito di rinvenire anche 6 atti dotali. A quel tempo era usanza, come riscontrato in molte tra le Ketubòt rinvenute, fare riferimento ad atti dotali stipulati prima della redazione delle Ketubòt stesse, e in esse richiamati. Un atto dotale è un atto notarile che registra la vicenda delle persone così come esse le dettano e intorno alle questioni che ad esse premono; il notaio redige lo strumento legale, il contratto, avendo ascoltato i convenuti e i testimoni eventuali. Si viene così a sapere che le madri ebree avevano diritto ad ereditare, mentre le vedove, a determinate condizioni, si riappropriavano della dote. Negli elenchi di beni e somme di denaro descritte nei contratti prematrimoniali ebraici emergono le strategie familiari per la distribuzione dei costi degli affitti; la dichiarazione di prezzi dei beni posseduti inoltre ha valore anche per le future eredità.
Nell’atto dotale Ascarelli-Di Segni del 1785, ad esempio, si legge: Per dote poi, e nome di dote di detta Magnifica Allegra ( in ebraico: Simha) di Segni futura sposa, la di cui madre si trova in stato di non poter corrispondere a quanto sarebbe necessario per dotare, la di lei figlia, ed all’incontro non essendo decoro della Casa Ascarelli ricevere una zitella senza provederla di una congrua dote, e decente per una civil famiglia, ad effetto dunque di evitare qualunque amarezza, che vi potesse essere con gli altri di casa il medesimo David Isach futuro sposo di detta Allegra, di sua spontanea volontà ed in ogni altro miglior modo in dimostrazione del suo buon animo, che esso nutre tanto per la suddetta futura sposa, che per la di lei madre sua zia, le ha assegnato, e costituito la somma di scudi 500 per di lei dote volendo, e dichiarando che una tal somma s’intenda, e si abbia a considerare come se fosse stata effettivamente da esso ricevuta in altrettanti, e ciò a riguardo come sopra non solo in questo, ma in ogni altro miglior modo perché così e non altrimenti questa dote il detto Magnifico David Isach futuro sposo le ha come sopra costituito oltre li soliti doni che sogliono ricevere le zitelle civili ebree a tenore della di loro nota da farsene, e sottoscriversi dall’anzidetto David Isach futuro sposo…”
Cos’altro si è scoperto da questi atti?
Le prime quattro Ketubòt esaminate riguardano la famiglia Di Porto. Sappiamo così che nel 1763 si sposa la madre Rosa; nel 1793 si sposano due sue figlie: Palomba, a maggio, e Hanna, a novembre. La terza figlia, Mila, si sposa invece nel 1815. Ci sono poi le Ketubòt di tre sorelle, figlie del Rabbino Di Segni. Nel 1785 si sposa Deborah, nel 1795 Simcha e nel 1801 Dona. Abbiamo inoltre un curioso documento legato a quest donne: nel 1771 in cui il signor Chaim Baraffael, un ricco mercante di spezie, contribuisce alla dote delle ragazze Di Segni, come compensazione della guida spirituale ricevuta dal padre rabbino. Infine, anche le ultime Ketubòt hanno un filo comune. Si tratta infatti delle Ketubòt di tre sorelle Di Porto. Nel 1878 si sposa Sara, nel 1881, a marzo, si sposa Rosa e a settembre Giuditta. Da notare che queste tre Ketubòt sono con colori Risorgimentali.
Dunque, la ricerca ha permesso di rispondere a tutte le domande di partenza?
Non del tutto. Per ora è stata vana la ricerca proprio della Ketubah di Fortunata di Porto, la sposa diciannovenne di Angelo Tagliacozzo; si conserva la partecipazione di nozze ma non la Ketubah. Il cerchio dei rinvenimenti dunque al momento si chiude qui, ma la ricerca prosegue.
2 risposte
Se volete ve le digitalizziamo
Bruno Di Gioacchino
Cara Celeste,
È molto ciò che hai fatto : con interesse per il passato per la Storia della tua Comunità e con il pensiero rivolto alla divulgazione del tuo lavoro che ha avuto l’onore e il privilegio di essere accolto nel Vostro Museo.
È molto tempo che non ci vediamo. Ma resta per parte mia l’affetto e la stima per tutti voi e ora anche l’orgoglio di conoscerti. Un grande abbraccio.
Paolo Nizza