Giornali

Fare una rassegna stampa esaustiva su cronache e commenti del recente conflitto Israele – Hamas è praticamente impossibile.

Articoli e opinioni si succedono a una velocità impressionante, mossi dalla rapida evoluzione della crisi.

Tuttavia, vogliamo proporvi tre articoli che affrontano il conflitto Israele – Hamas. Come diciamo più oltre, non tutti ci trovano d’accordo, anzi! Tuttavia, chi difende le ragioni di un Israele sotto attacco, non può ignorare le posizioni che difendono l’altra parte in campo.

Iniziamo con quello che ci è piaciuto di più, a firma Angelica Edna Calò Livne.

Angelica Edna Calò Livne è una ebrea italiana che vive in Israele. Per i pochi che non la conoscono, diciamo che oltre a essere scrittrice, attrice, regista e insegnante, è la presidente dellaBereshet Lashalom Fondazione Beresheet LaShalom, una fondazione nata per iniziare alla pace ebrei e arabi con l’educazione interculturale attraverso il dialogo.
E’ una donna di pace, Angelica, e per questo la sua testimonianza a Famiglia Cristiana, tocca le corde più profonde:

Come ci si sente – scrive – quando la vicina con la quale hai condiviso i momenti di solitudine da Covid indica la tua finestra a un gruppetto di scalmanati perché possano lanciare dentro alla tua casa una bottiglia incendiaria perché tu  sei ebrea?” Tuttavia, ci può essere ancora un filo di luce in fondo al tunnel, perché  “Il mondo è ricco di ogni bene, di abbondanza, che c’è di tutto e di più per tutti”. Un articolo da leggere e meditare.

 

 

La ricostruzione unilaterale: Enrico Fovanna su Il Giorno

Dalla parte opposta abbiamo scelto questo articolo di Enrico Fovanna su Il Giorno, perché propone una ricostruzione di quanto sta avvenendo in modo assolutamente sbilanciato. Lo è  cominciare dal cappello introduttivo, che vogliamo riportare qui senza ulteriori commenti: “Quattro i nodi chiave: il controllo di Gerusalemme, i confini indefiniti, gli insediamenti dei coloni e il ritorno dei rifugiati. Ma gli sfratti hanno fatto il resto

Come si vede, l’utilizzo del termine coloni, ormai comunemente utilizzato in senso dispregiativo, chiarisce fin da subito quale sia la posizione del giornalista. E accomunare nodi chiave irrisolti da decenni con il pretestuoso evento che ha scatenato la violenza, non fa che rafforzare questa impressione. Più avanti, nella descrizione degli eventi che hanno portato al conflitto Israele – Hamas, riporta solo le ragioni di Hamas. Un modo neanche troppo sottile per dire che la colpa è sempre e solo di Israele. A questo proposito vi invitiamo anche a leggere le considerazioni del giornalista Claudio Della Seta.

 

Le parole non sono neutrali. Il direttore Giovanni De Mauro su Internazionale

No, le parole non sono neutrali e il modo di utilizzarle può essere un’arma potente di persuasione. E’ questa la tesi di un interessante articolo di Giovanni De Mauro, direttore di Internazionale, che mette l’accento su tutto il vocabolario usato dall’informazione (e dalla propaganda): lo stesso evento, lo stesso argomento, definito in modo diverso acquista valenze diverse. Sembra ovvio, ma non è così. Abituati a essere tempestati di messaggi diversi ogni minuto, dobbiamo necessariamente procedere alla comprensione attraverso punti fermi, le parole, appunto. Le quali però hanno la capacità di condizionare le nostre opinioni. Un tema che a nostro avviso andrebbe approfondito, anche a partire dallo studio di giornalisti palestinesi e israeliani Use with care (qui un approfondimento in inglese).

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