MACELLAZIONE KASHER IN PERICOLO?

UE: possibile l’obbligo di stordimento, anche per la macellazione kasher

La sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea

Una recente sentenza della Corte di Giustizia europea ha stabilito che, nel rispetto delle scelte religiose, uno Stato può prevedere lo stordimento obbligatorio degli animali nella macellazione. E così dopo Finlandia, Danimarca, Svizzera ed alcuni Land austriaci, anche nelle Fiandre (Belgio) sarà illegale effettuare la macellazione kasher degli animali secondo le regole della kasheruth. Immediatamente la LAV (Lega Anti Vivisezione) ha lanciato un appello al Governo italiano affinché renda, anche in Italia, obbligatorio lo stordimento preventivo per gli animali macellati secondo le procedure dei riti religiosi ebraico ed islamico.

Possibili effetti della sentenza in Europa

La sentenza è particolarmente importante perché tutte le sentenze dei Giudici comunitari hanno efficacia vincolante, diretta e prevalente sugli ordinamenti nazionali ed i Giudici nazionali, anche in mancanza di norme di recepimento, non possono sottrarsi dal recepire le indicazioni europee, assumendo queste ultime una valenza uguale, se non maggiore, alla legge nazionale, applicando i principi affermati dalla UE e disapplicando le disposizioni nazionali che con tali principi confliggono. Nel nostro caso, però, i Giudici comunitari hanno espresso un principio che consente agli Stati membri, senza obbligarli, di imporre un preliminare processo di stordimento reversibile, inidoneo a comportare la morte dell’animale, al fine di promuovere il benessere degli animali nell’ambito della macellazione rituale, senza con ciò violare i diritti fondamentali sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.

Il principio della tutela degli animali (poiché il non stordimento degli animali causerebbe loro ulteriori sofferenze evitabili) può quindi prevalere e superare i precetti religiosi anche se la Corte riconosce a ciascuno Stato membro un ampio margine discrezionale nel contemperare il benessere degli animali durante la macellazione ed il rispetto della libertà di manifestare la propria religione.

La situazione in Italia

In Italia i rapporti tra lo Stato e l’Unione delle Comunità ebraiche italiane sono regolati sulla base dell’intesa stipulata nel 1987. Con essa si stabilisce che la macellazione eseguita con il rito ebraico continua ad essere regolata dal decreto ministeriale dell’11.06.1980 con il quale il Ministro della sanità ha autorizzato la macellazione senza preventivo stordimento eseguito secondo i riti ebraico ed islamico.

Una volta approvata, la legge di approvazione delle intese, si crea una fonte atipica e rinforzata, in quanto non può essere abrogata se non in esecuzione di nuove intese con la confessione interessata, e dunque lo Stato non può modificarla unilateralmente, c’è bisogno del consenso bilaterale dello Stato e della confessione religiosa.

Quindi, poiché la deroga al Regolamento del Consiglio europeo relativo alla protezione degli animali durante l’abbattimento, che autorizza la macellazione senza il preventivo stordimento è stata inserita nelle Intese, la normativa potrà essere cambiata sono con una nuova intesa e quindi con il consenso dell’UCEI.

La posizione di alcune forze politiche e quella del Comitato di bioetica

In passato sia la Lega Nord che i Verdi hanno presentato proposte di legge per vietare la macellazione rituale, imponendo il preventivo stordimento degli animali e mettendo così a rischio la libertà di culto. Al momento, però, la posizione prevalente è quella espressa dal Comitato nazionale per la bioetica, del 19 settembre 2003, “Macellazioni rituali e sofferenza animale”, il quale, a conclusione di un lavoro molto serio ed approfondito, cui ha partecipato anche Rav Riccardo Di Segni, in rappresentanza del mondo ebraico, in considerazione della particolare tutela costituzionale riconosciuta nell’ordinamento italiano alla libertà religiosa, “ritiene giuridicamente lecita la macellazione rituale”, ritenendola “bioeticamente ammissibile ove sia accompagnata da tutte quelle pratiche non conflittuali con la ritualità stessa della macellazione che minimizzino la sofferenza animale”.

Sono convinto che, sul tema, sia in ballo la libertà di religione, cioè un valore che o si accetta, con tutto quello che ne consegue, oppure si rifiuta; non sembrano sussistere vie di mezzo e mi unisco, quindi, alle voci di protesta che si sono levate dal mondo ebraico internazionale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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