I (primi) 100 anni della Rassegna Mensile di Israel

A Roma, nei giorni scorsi, un importante momento di studio per ricordare una delle più antiche riviste italiane, che ha accompagnato la storia del nostro ebraismo.

Dante Lattes, fondatore della RMI

Cento anni di storia. Anzi, centocinquanta. È questo il periodo abbracciato dal convegno su “La stampa ebraica italiana: esperienze – indirizzi – contesti” che si è svolto a Roma, nei giorni scorsi, presso la Biblioteca Nazionale dell’Ebraismo Italiano, intitolata a Tullia Zevi.

Perché cento anni? Perché all’origine di questo denso e originale convegno sta l’avvicinarsi di un compleanno centenario. Il 1925, infatti, è l’anno di nascita della Rassegna Mensile di Israel, ovvero di quella che è generalmente considerata come la più importante rivista ebraica del nostro Paese. E nell’avvicinarsi di tale anniversario, è sorta l’idea di ripercorrere le tappe del cammino compiuto da questa testata, tutt’ora viva e vegeta, a partire da quando fu fondata da Dante Lattes e da Alfonso Pacifici.

Rav Gianfranco Di Segni, attuale direttore della RMI

E perché centocinquanta anni? Perché, una volta presa la decisione di organizzare una giornata di studi sulla Rassegna mensile di Israel, tra i promotori dell’iniziativa – Unione delle Comunità ebraiche italiane, Fondazione per i Beni culturali ebraici in Italia, Cdec e Direzione Educazione, Ricerca e Istituti culturali del MiC – si è aggiunto il desiderio, per non dire la necessità, di collocare questa ricostruzione in un contesto più ampio, e tuttavia specifico, ovvero nel contesto della storia della stampa ebraica nel nostro Paese. Una storia che è risultata più ricca e movimentata di quanto spesso non si creda.

La prima giornata del convegno, tenutasi nel pomeriggio di martedì 26 novembre, è stata dunque dedicata al centenario della Rassegna Mensile di Israel (1925-2025). Dopo i saluti portati da Dario Disegni, Presidente della suddetta Fondazione, e da Andrea De Pasquale, responsabile della Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura, la parola è passata a Gianfranco Di Segni che, da dieci anni, è il Direttore della Rassegna, ed è stato quindi anche uno degli ideatori dell’iniziativa di cui stiamo parlando.

fascicoli della Rassegna Mensile di Israel

Si sono poi succeduti al microfono tre storici. Gadi Luzzatto Voghera – che è il Direttore del Cdec, il Centro di documentazione ebraica contemporanea – si è assunto il compito di rievocare la fondazione stessa della Rassegna e il ruolo che, in tale fondazione, fu svolto da Dante Lattes e da Alfonso Pacifici. È stata quindi la volta di Anna Foa, che si è occupata di uno degli elementi del contesto politico-culturale in cui è nata la Rassegna, ovvero degli albori del movimento sionista in Italia. Dopo di lei, Alberto Cavaglion si è concentrato sul tema della letteratura ebraica italiana e, in particolare, sui contributi offerti alla Rassegna, rispetto a questa materia, da Giorgio Romano.

Rav Riccardo Di Segni si è poi dedicato al tema delle “riflessioni e discussioni rabbiniche” nelle pagine della Rassegna, mentre Emanuele Ascarelli – già direttore del programma televisivo Sorgente di Vita – ha esaminato gli editoriali della rivista “fra cultura e impegno politico”. Infine, uno studioso spagnolo, Javier Castano, ha collocato la Rassegna nel panorama delle pubblicazioni ebraiche della parte meridionale del continente europeo.

Mercoledì 27 novembre, si è poi svolta, per l’intera giornata, la seconda sessione del convegno, quella dedicata all’insieme della stampa ebraica italiana. E qui ci si è trovati di fronte a una storia forse più ricca e diversificata di quanto anche almeno alcuni dei partecipanti non si aspettassero. Si tratta infatti di una storia che – come è stato ricordato in apertura di giornata da Fiona Diwan, attuale direttrice della testata plurima edita dalla Comunità ebraica di Milano (BetMagazineMosaicoBollettino) – nel periodo che va dal 1871 al 1938, ovvero dalle gioie dell’emancipazione alla tragedia delle leggi razziali, ha visto ben 70 testate giornalistiche nascere e vivere nel pur piccolo mondo ebraico italiano.

Bollettino della Comunità Ebraica di Milano

Tra la mattinata e il primo pomeriggio di mercoledì sono state dunque ripercorse le varie fasi di questa storia. Cominciando dal sorgere delle prime testate negli anni successivi alla nascita del Regno d’Italia, e quindi negli anni dell’emancipazione; tema, questo, affrontato dalla storica Carlotta Ferrara degli Uberti. E proseguendo con la “transizione dall’Italia liberale alla dittatura fascista” (ancora Gadi Luzzatto Voghera).

Sono stati poi effettuati tre approfondimenti: Simonetta Della Seta è tornata sul rapporto tra sionisti italiani e stampa ebraica, mentre lo storico Gabriele Rigano è tornato sul tema della stampa ebraica nel periodo fascista e Monica Miniati si è soffermata sul tema della presenza delle donne, nonché sulla loro rappresentazione, nelle testate ebraiche.

Sono così risuonati – via, via – i nomi di testate assai note, come l’Israel, meno note, almeno tra i non addetti ai lavori, come il Vessillo, o tristemente note, come La Nostra Bandiera.

Nel primo pomeriggio, lo storico Guri Schwarz ha poi affrontato gli anni del secondo dopoguerra, esaminando i periodici ebraici di questa fase e ripercorrendone i contenuti “tra dibattito interno e questioni politiche”. Mentre Giorgio Segré, che in gioventù è stato direttore di Hatikwà (La Speranza), organo della Fgei (Federazione giovanile ebraica d’Italia), ha offerto le sue riflessioni sulle “linee di impegno dei giovani ebrei” dal 1949 ai primi anni Novanta del secolo scorso, esaminate attraverso le pagine della stessa testata.

logo del giornale espressione dell’Unione dei Giovani Ebrei d’Italia

Ultima relazione, quella intitolata “Stampa e Halakhà”. Relazione in cui lo stesso Gianfranco Di Segni ha parlato di due testate, ignote ai più, ma dedicate a interessanti quanto serie analisi dei rapporti fra tradizione ebraica e problematiche contemporanee: Torat Chaim e Segulat Israel.

Infine, quattro testimonianze di donne che hanno dirette altrettante testate della stampa ebraica italiana. Lia Levi, già direttrice di Shalom, mensile della Comunità ebraica di Roma. Anna Segre, già direttrice di Ha-Keillà (la Comunità), periodico di Torino. Annie Sacerdoti, già direttrice della testata milanese Il Bollettino. Hulda Brawer Liberanome, direttrice di Toscana Ebraica, “bimestrale di notizie e cultura ebraica”, edito a Firenze.

Lia Levi

Testimonianze che ci consentono di sottolineare due aspetti particolarmente significativi del nostro discorso. Innanzitutto, un aspetto già sottolineato dalla storica Monica Miniati, quello della “presenza attiva” delle donne nella stampa ebraica italiana. E poi quello del controcanto, se così possiamo dire, offerto dalla stampa locale rispetto a quella ufficialmente nazionale. Infatti, oltre a Israel, alla Rassegna e a Hatikwà, nonché al Bollettino dell’Adei-Wizo, cioè a testate nate con una missione esplicitamente rivolta all’intero mondo ebraico italiano, anche periodici come quelli qui sopra richiamati, oltre al sito della Comunità ebraica di Milano, noto come Bet Magazine Mosaico, hanno svolto e svolgono, in realtà, una funzione di informazione e relazione che va ben al di là dei loro originari insediamenti territoriali.

Gadi Luzzatto Voghera, storico, è direttore del CDEC

Possiamo concludere, provvisoriamente, con due concetti espressi da Mario Toscano, lo storico che, assieme a Gadi Luzzatto Voghera, è stato uno dei due direttori scientifici del convegno. Primo: scorrendo le pagine delle riviste e dei periodici di cui abbiamo parlato fin qui, si ha l’impressione di trovarsi di fronte a “una sorta di autobiografia dell’ebraismo italiano”. Secondo: persecuzioni e guerra hanno prodotto la dispersione di quelli che avrebbero potuto essere importanti archivi. Ma le testate su cui si sono svolte le ricerche che stanno alla base del convegno – e, aggiungiamo noi, forse anche altre testate ancora non esaminate – costituiscono e costituiranno una “fonte fondamentale” per ogni futura ricerca sulla storia dell’ebraismo italiano contemporaneo.

Per tutti questi motivi, crediamo di poter dire che Riflessi darà ancora spazio ai contenuti del convegno del 26 e 27 novembre.

 

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