Ancora su Shalom. Una scelta e una fine incomprensibile
Poco meno di un mese fa ho sollevato la questione sul fatto che gran parte della nostra Comunità ha appreso sui social che Giacomo Kahn, dopo oltre quindici anni, lascerà la direzione di Shalom. La notizia del suo “ben servito”, per giunta con un solo mese di preavviso, mi ha rattristato e sconcertato, visto lo zelo e professionalità con cui ha diretto il giornale. Del resto, che Shalom fosse trascurato era evidente da tempo. Da oltre un anno, infatti, gli ebrei romani non ricevono più la copia cartacea nello loro case perché, a suo tempo, la Giunta comunitaria ha stabilito in un primo momento di modificarne l’uscita mensile in una inutile, quanto oramai obsoleta edizione trimestrale; dopodiché, passata sotto silenzio, anche quella è stata interrotta.
La cosa è tanto più incredibile se si tiene conto che, leggendo il bilancio della CER, si nota come anche quest’anno, come quello passato, Shalom pare che costi alla Comunità parecchi soldi. Ed invece proprio quando, con il Covid, ci sarebbe stato più bisogno di uno strumento per raggiungere tutti gli ebrei romani, specie i più anziani e soli si sono interrotti cinquant’anni di Storia comunitaria che, attraverso la presenza rassicurante di quelle pagine nelle nostre case, di mese in mese in mese, anno dopo anno, garantiva le informazioni certamente più attuali, attraverso un mezzo di facile fruizione, con un impatto più immediato e comprensibile a tutti.
La decisione è tanto più amara in quanto presa senza che il Consiglio sia mai stato messo in condizione di discutere davvero queste scelte, né esaminare un serio piano editoriale. Si è deciso dunque di tagliare il più rappresentativo e apprezzato cordone ombelicale, che per tantissimi anni ha tenuto uniti e vicini gli iscritti alla loro comunità e non solo loro, sostituendolo con un giornale on-line e telenotiziari video. Mi chiedo quanti nostri iscritti abbiano avuto fino ad ora, la possibilità e la facilità di arrivare a quei notiziari.
Penso ai tanti ancora non avvezzi alla tecnologia, o a chi non possiede un computer o uno smartphone, agli anziani, ai nostri nonni! E con risorse di budget comunitario ormai ridotte al lumicino viene spontaneo chiedersi come mai, nonostante il giornale non sia più stato stampato nell’ultimo anno, nella previsione di bilancio i costi per Shalom siano aumentati.
In attesa e nella speranza di riprendere di nuovo in mano una copia di Shalom, auspico che ogni decisione, qualunque essa sia, venga presa in modo trasparente e pubblico, e non più comunicata a cose fatte. Nel caso però che questo malauguratamente non dovesse accadere, spero almeno che i nuovi strumenti di comunicazione non debbano assorbire maggiori risorse di quanto fino ad ora è stato, altrimenti si sarà arrecato un inutile danno a tutti coloro che nel leggere quelle pagine trovavano piacere e conforto.