Memorie di famiglia al Pitigliani
Domenica 23 gennaio si è svolta al Pitigliani l’undicesima edizione di ‘Memorie di Famiglia. I giovani tramandano le storie dei nonni’.
Tante volte ci siamo domandati come potremo trasmettere la memoria della Shoà, quando chi ha vissuto le atrocità della guerra non potrà raccontare a figli e nipoti quello che ha visto e sopportato in quel tragico periodo.
Ogni anno, in occasione del giorno della memoria, cerchiamo di dare una piccola risposta a questo grande interrogativo: diamo la parola alle giovani generazioni e chiediamo ai ragazzi di farsi portavoce, di prendere in mano il testimone e di raccontare in prima persona gli eventi che hanno coinvolto i loro nonni, bisnonni in un periodo così doloroso.
Chiediamo quindi di rintracciare documenti, lettere e diari che possano testimoniare la storia individuale e familiare dell’epoca: lo studio del materiale consente di analizzare in profondità ciò che è accaduto alla singola famiglia e dà la possibilità ai giovani di acquisirne piena consapevolezza. La lettura rappresenta solo il punto finale di un percorso di analisi ed elaborazione che i ragazzi portano avanti insieme alle loro famiglie, cercando di mantenere vive le emozioni che i testimoni degli orrori della guerra hanno voluto raccontare nel tempo, affinché non venissero dimenticate.
Per il secondo anno consecutivo ‘Memorie di Famiglia’ si è svolto online: la pandemia ci ha impedito nuovamente di riempire la bella sala del Pitigliani, costringendo ciascuno di noi a seguire l’evento dalla propria casa. Da un lato ci manca molto il calore delle persone, l’atmosfera magica che per tanti anni ci ha avvolto in un abbraccio stretto, denso di partecipazione emotiva. D’altra parte il lavoro a distanza ci ha consentito di coinvolgere famiglie provenienti da diverse città italiane e ragazzi che oggi vivono all’estero. Questo ci ha confermato la possibilità di divulgare il progetto e considerarlo un punto di riferimento ancora più importante per la trasmissione della memoria.
Quest’anno, in particolare, abbiamo scelto di parlare degli ebrei stranieri in Italia, un tema che non abbiamo approfondito spesso in passato, ma che è di grande interesse, considerato che gli ebrei stranieri sono stati trattati diversamente dagli altri fin dal 1938, quando hanno perso la cittadinanza italiana acquisita negli anni precedenti, e poi in seguito nel 1940, quando sono stati trasferiti in campi di internamento.
Le testimonianze che abbiamo raccolto e gli approfondimenti della Prof.ssa Anna Foa ci hanno consentito di ripercorrere gli eventi di quel tragico periodo, raccontandoci la vita di varie famiglie, in momenti diversi: abbiamo affrontato i temi dell’esilio, dei campi di internamento, degli arresti, di nascondigli clandestini, ma anche delle colonie italiane in Libia e a Rodi e dei ricongiungimenti familiari alla fine della guerra.
Le famiglie coinvolte anche quest’anno hanno dimostrato grande disponibilità ed interesse nel condividere con noi documenti, fotografie, scritti e diari e questa è la grande forza del progetto: rendiamo accessibili al pubblico testimonianze che spesso erano poco visibili anche all’interno delle stesse famiglie di origine. I giovani diventano i nuovi protagonisti perché molto spesso le storie sono state scritte da persone che all’epoca avevano l’età dei nostri lettori di oggi e questo conferisce al racconto una grande intensità e una proiezione individuale negli eventi che vengono raccontati.
I nostri ragazzi sono quindi la risorsa più importante di questo lavoro; speriamo di aver dato il nostro piccolo contributo a formare una generazione di giovani consapevoli, pronti ad opporsi alle ingiustizie e in grado di costruire un futuro migliore nella nostra società.
La registrazione della giornata può essere visualizzata sulla pagina Facebook del Pitigliani o sul nostro canale YouTube