Non poteva certo essere il caldo di metà estate a impedire ai tanti, tantissimi amici di Roger Hannuna di ritrovarsi insieme per porgergli l’ultimo saluto.
Capita sempre, in queste occasioni, che ci si guardi intorno alla ricerca di volti conosciuti, che magari non si incontravano da tempo, e che poi, una volta ritrovati, inevitabilmente le poche parole scambiate riguardino la persona che si è venuti a salutare per un’ultima volta. Anche in questo caso le parole hanno aiutato ad accettare un addio così doloroso.
In tutti i diversi ricordi è spuntata una vita ricca, piena, generosa; ciascuno, mormorando quelle poche parole, ha contribuito, pur nell’immediatezza dell’evento, ad avviare la tessitura di una trama che, nelle settimane, nei mesi e negli anni a seguire costituirà certo un mosaico colorato e fitto che servirà a tenere vivo il ricordo di un uomo che per tutta la sua vita ha contribuito, ben oltre quello che lui stesso nella sua riservatezza ha voluto mostrare, a tenere salda e a migliorare la nostra comunità.
Roger è stato per i tanti che lo hanno conosciuto innanzitutto un caro amico, capace di dedicare instancabilmente le sue energie a favore dei giovani, spendendo moltissimi anni nel Bené Akiva, ma anche nella musica, facendo parte per oltre un quarto di secolo di una band (la Jew Box Band) i cui componenti si sono ritrovati quasi tutti un’ultima volta insieme, ricordando la vitalità e l’entusiasmo del loro frontman.
La gioia di vivere, che non è mai, in una prospettiva ebraica, semplice vitalità passeggera, ma una piena e ricca consapevolezza delle radici che ci tengono in piedi e ci fanno guardare sempre con fiducia e speranza al domani, è stata la cifra che ha permesso a tutti di trovare un linguaggio comune per descrivere il “loro” (il nostro) Roger. È per questo, ad esempio, che le poche e commosse parole spese da suo fratello, un fratello per cui Roger è stato quasi un padre, sono state sufficienti a farci comprendere che non solo lui, ma moltissimi di noi, oggi e in futuro esprimeranno sempre un sentimento di gratitudine nei confronti di Roger, per il suo modo semplice, ironico e forte di affrontare il mondo; per il sorriso sincero con cui prendeva sempre la parola nelle riunioni della comunità cui partecipò come consigliere; per l’onesta sempre manifestata nell’esprimere il suo punto di vista; per la discrezione, la forza e l’ottimismo, fino a che è stato possibile, con cui ha affrontato con dignità e consapevolezza la malattia.
Chi ha avuto la fortuna di poter conoscere, da sempre o da poco, una persona come Roger, da oggi, nel suo ricordo di benedizione, potrà affrontare con sufficiente fiducia il domani.
Confidiamo che sarà così anche per sua moglie, i suoi figli, sue sorelle, suo fratello, sua madre e tutta la sua famiglia, cui ancora una volta ci stringiamo.
Baruch Dayan ha Emet
6 risposte
❤️
Grazie ❤️
Si fa presto a dire ‘ era una persona unica” ma lui lo era veramente. Ci mancherà molto sia dal punto di vista umano che per la gestione della vita comunitaria. Modi semplici e ironici ma fermo nei principi per una Cer inclusiva e plurale.
CARO ROGER
GRAZIE DI ESSERCI STATO E DI AVERTI INCONTRATO.
BARUCH DAYAN HAEMET
Davvero troppo dolore per chi ha conosciuto te e la tua cara famiglia! Ciao Roger!
Non ho avuto il piacere di conoscere personalmente Roger , ma ho avuto modo di parlare delle sue qualità con un amica comune , grande uomo, grande persona Un abbraccio alla famiglia
Milo Hasbani