Cultura e arte mi legano all’Italia e a Israele

Tania Coen-Uzzielli, direttrice del TAMA – Tel Aviv Museum of Art, da anni si impegna con successo  a far conoscere l’arte italiana in Israele, svolgendo un ruolo fondamentale per la promozione dei rapporti di amicizia tra i due paesi, che onora l’intero ebraismo italiano.

Tania, di recente sei stata nominata Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia dal tuo paese d’origine. Che cosa è rimasto di italiano in te?

Il Tel Aviv Museum of art (TAMA)

Molto, ho il cuore diviso tra Italia ed Israele e l’unico modo per tenerlo unito è la cultura e l’arte. Pensa che quando da ragazza sono arrivata qui mi domandavo come avrei fatto a far crescere i miei figli senza che essi studiassero i classici italiani: Dante, i grandi scrittori, i filosofi che avevano riempito tanta parte dei miei anni di studentessa; questo ti da l’idea dell’attenzione che ho per la tradizione culturale italiana.

Qual è, secondo te, la ragione del riconoscimento che hai ricevuto?

Direi che l’occasione è stata l’organizzazione di una mostra, con alcune opere di Amedeo Modigliani, che doveva essere inaugurata nel 2019, per ricordare il centenario della sua morte, ma che a causa della pandemia abbiamo dovuto rinviare ed abbiamo inaugurato nei giorni scorsi. La verità, però, è che da anni collaboro con l’Ambasciata italiana e l’Istituto di Cultura Italiano in Israele e moltissime sono state le iniziative realizzate insieme.

A te piace definire il Museo di Gerusalemme come un’Acropoli ed il museo di Tel Aviv come un’Agorà. Ci spieghi meglio cosa intendi dire e quale preferisci?

un interno del TAMA

Il museo di Gerusalemme appare super partes, esprime concetti e valori universali attraverso l’archeologia e la storia dei popoli che si sono susseguiti in questa terra. È realizzato in cima ad una delle colline più alte e per entrarci devi salire molto, è come se fosse un posto “sacro”. È la situazione geo-spaziale che gli da questa caratteristica. Il museo di Tel Aviv, invece, ha l’ingresso dalla strada ed interagisce con quanto lo circonda: il Tribunale, la biblioteca, il teatro ed i negozi. Insomma, ha tutte le caratteristiche per integrarsi perfettamente con la società civile che lo circonda. Ritengo che un museo non debba essere distaccato da quello che gli succede intorno.

Cosa intendi?

Ti faccio un esempio: qualche tempo fa a Tel Aviv si sono create tensioni con la comunità di origine etiope e sono decedute tre persone. In quel periodo stavo preparando una mostra sull’arte etiope e per rendere omaggio alle vittime e cercare di ridurre le tensioni, ho realizzato in fretta e furia una anticipazione della mostra esponendo all’ingresso le loro foto. Questo intendo quando dico che il museo deve essere integrato con la società circostante e deve avere un ruolo civico e ciò è, secondo me, più importante della singola mostra.

Per te il TAMA dovrebbe essere una sorta di “piattaforma delle arti visive” in genere. In che senso?

un’opera di Zadok ben David

Ritengo che un museo non si debba limitare ad esporre quadri; il TAMA, oltre alle mostre, organizza più di mille eventi ogni anno nelle varie discipline dell’arte: dal cinema, ai concerti, alle opere teatrali, che si svolgono nei nostri due teatri posti all’interno del museo.

Attraverso queste nuove forme di integrazione interdisciplinare, sei riuscita ad aumentare il numero dei visitatori?

Direi proprio di sì, nel periodo pre-Covid in un anno ci sono stati ben 1.300.000 visitatori. Certo alcuni sono entrati solo per vedere un film, ma contano tra i visitatori e questo ci ha permesso di rientrare tra i primi 50 musei al mondo per numeri di ingressi. Ovviamente nel periodo Covid siamo stati chiusi e quindi il numero è diminuito molto ma questo è successo anche ai musei più importanti.

Non tutti i turisti che vengono a Tel Aviv visitano il TAMA. C’è forse una maggiore attenzione per il pubblico israeliano che può visitare il museo più volte durante l’anno.

È vero; questo nasce dal fatto che i turisti sono attratti dal mare e dall’offerta culinaria; appunto per questo stiamo lavorando con gli albergatori e gli aeroporti per attrarli ed avvicinarli al Museo, proponendo loro laboratori, attività varie e progetti multitasking che figurino tra le attrattive turistiche offerte. Tra i residenti abbiamo circa 10.000 abbonati ed abbiamo particolare attenzione per i bambini che, infatti, possono entrare gratuitamente o ad un costo bassissimo.

I musei più importanti sono sostenuti spesso anche da mecenati privati ed infatti il museo espone alcune importanti collezioni di arte moderna, frutto di vecchie donazioni. Continuano ancora oggi?

la mostra su Modigliani sarà visitabile fino al 28 agosto

Le donazioni in dollari sono ancora molte, quelle in opere d’arte, invece, sono diminuite rispetto al passato, anche se recentemente abbiamo ricevuto in donazione una scultura di Giacometti ed un quadro di Magritte. Adesso è più utilizzato il sistema del prestito permanente. Tale istituto permette ai proprietari di rimanere tali e di non privarsi dell’opera in maniera definitiva e noi abbiamo il vantaggio di esporre le opere garantendo la loro conservazione in sicurezza.

Dal punto di vista culturale Tel Aviv che città è? Pensi che abbia acquisito anche nell’arte una dimensione internazionale?

l’auditorium di Tel Aviv

Negli ultimi 20 anni Tel Aviv, dal punto di vista culturale, è letteralmente esplosa anche a discapito di Gerusalemme che, invece, si è impoverita. Credo che la ricchezza delle proposte offerte sia pari solo a New York. Basti pensare che nella sola Tel Aviv ci sono ben sette teatri per non parlare degli auditorium e delle sale concerti.

Quale contributo gli artisti israeliani danno all’arte contemporanea?

Direi che sono artisti molto prolifici e di ottima qualità che però non superano i confini di Israele e quindi non arrivano al Moma o al Maxxi anche se, a mio parere, lo meriterebbero. Sono un po’ come gli artisti contemporanei italiani. Recentemente, comunque, sono stati quotati a Berlino, Londra ma soprattutto a New York e ricordo che nel 2012 alla biennale di Venezia si è parlato molto di loro.

Se dovessi dare un suggerimento ad un visitatore che per la prima volta fa ingresso al TAMA che cosa assolutamente dovrebbe vedere?

architettura Bauhaus a Tel Aviv

Innanzitutto direi che si deve soffermare sullo stile architettonico degli edifici che circondano il museo e che vanno dal Bauhaus ai grattacieli di ultima generazione. Poi non dovrebbe perdere la collezione Mayer è quella di arte moderna, dall’Impressionismo a Picasso. Ci sono quadri di Renoir, Pisarro, Monet, Utrillo, Cezanne, Gauguin, Van Gogh per non parlare di Chagall, Mirò, Braque, Pollock e Burri. Un must è la sezione dell’arte israeliana che rispecchia l’evoluzione della società con le sue tensioni sociali, politiche e culturali. Infine è importante sapere che c’è sempre una mostra temporanea di grande livello, come quella attuale con le opere di Calder, che vale la pena visitare come novità esclusiva del momento.

Puoi farci qualche anticipazione sulle prossime iniziative del Museo?

Come sai il museo è stato creato dal Sindaco Dizengoff nel 1932 e quindi il prossimo anno compirà 90 anni, per cui stiamo organizzando grandi festeggiamenti. In particolare inaugureremo a novembre e durerà ben cinque mesi una mega mostra sull’artista giapponese contemporanea Yayoi Kusama con opere che verranno da Berlino e da New York. Consiglio vivamente a chi verrà in Israele di prenotarsi già ad agosto quando inizierà la prevendita dei biglietti.

Grazie Tania, complimenti ancora per il riconoscimento ricevuto e tanti auguri a te per i nuovi impegni ed al Museo per i suoi prossimi 90 anni!!

 

 

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