I Colloqui di Camaldoli
Da oltre 40 anni, tra le foreste aretine, Ebrei e cattolici dialogano contro i pregiudizi e l’antisemitismo.
Nel monastero di Camaldoli, che si trova nella foresta del Casentino in provincia di Arezzo, da 41 anni si svolgono all’inizio di dicembre i Colloqui ebraico-cristiani.
Quest’anno il tema era Yeshua/Gesù e Israele. A sessant’anni dall’incontro tra Jules Isaac e Giovanni XXIII. Vi hanno partecipato 150 persone provenienti dalle diverse regioni italiane, e anche alcuni provenienti dalla Svizzera. I Colloqui di Camaldoli sono senz’altro l’evento di dialogo ebraico-cristiano più importante in Italia, e anche a livello internazionale penso non siano molte le attività di tale livello.
Fin dagli inizi nel 1980 forte è il legame tra i Colloqui e le AEC (Amicizie Ebraico-Cristiane): allora esisteva solo l’AEC di Firenze, attualmente vi sono AEC anche a Roma, Napoli, Torino, Livorno, Spezia, Trieste, Bologna, Ravenna, Alto Garda, Ancona e quest’anno è nata anche l’AEC Giovani, su base nazionale.
Nella presentazione del programma era riportato un testo di Rav Jonathan Sacks: «Si può cambiare il mondo? La risposta è sì, e la prova è una delle storie più edificanti nella storia religiosa dell’umanità: la mutata relazione tra ebrei e cristiani dopo la Shoah». Egli cita poi delle affermazioni di papa Francesco: «Mai è venuta meno la fedeltà di Dio all’alleanza con Israele… attraverso le terribili prove di questi secoli gli ebrei hanno conservato la loro fede in Dio. E di questo a loro non saremo mai sufficientemente grati, come Chiesa, ma anche come umanità». Commenta Rav Sacks: «Forse è la prima volta che un papa ha pubblicamente riconosciuto che, nel rimanere fedeli alla loro fede, gli ebrei erano rimasti leali verso Dio, non infedeli. Questa è una dichiarazione in grado di cambiare il mondo».
Quasi 80 anni dopo la Shoah l’antisemitismo non è scomparso, anzi in nuove forme si è diffuso a livello globale. Occorre continuare a riflettere sui nessi esistenti tra antisemitismo, antigiudaismo e antisionismo.
La relazione introduttiva è stata tenuta dalla Coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo Milena Santerini e le due relazioni successive dai neotestamentaristi Massimo Grilli e Mauro Pesce, sull’antigiudaismo di matrice cristiana.
Da Gerusalemme è intervenuto Alexander Rofé, della Hebrew University, su Un Dio di vendetta? Avrebbe dovuto chiudere i lavori una relazione sul nuovo antigiudaismo di Georges Bensoussan, saltata per motivi tecnici, ma che verrà recuperata quando, come si spera, verranno pubblicati gli Atti.
La domenica mattina sono state presentate 16 Schede frutto del lavoro di un comitato di esperti che ha iniziato con l’esaminare alcuni testi di IRC (insegnamento della religione cattolica) adottati nelle scuole italiane e ha poi elaborato dei brevi testi su alcuni punti risultati i più problematici. Tali schede potrebbero essere pubblicate in un opuscolo che potrebbe avere una diffusione anche al di fuori del contesto scolastico per il quale sono nate.
I titoli delle schede sono i seguenti: Torah scritta e Torah orale; Giustizia e misericordia; Il Nome/i Nomi di Dio; L’elezione d’Israele; Il ciclo della vita; Le feste ebraiche; Preti e rabbini; Precetti e valori; Le donne nell’ebraismo; Gli ebrei in Italia; Popolo d’Israele e Terra d’Israele; Rapporto tra AT e NT; Il dialogo ebraico-cristiano dal Concilio ad oggi; Gesù ebreo; Paolo ebreo; Terminologia.
Una serata è stata dedicata al ricordo di Amos Luzzatto, che ai Colloqui ha partecipato numerose volte, mentre uno spazio è stato dedicato ad alcune recenti pubblicazioni, testimonianza dell’interesse di diverse case editrici, cattoliche e laiche, ai temi del dialogo.
Ai Colloqui di quest’anno erano presenti i vertici della CEI (con il Segretario generale mons. Stefano Russo e tre dei suoi Direttori, tra cui don Giuliano Savina) e dell’UCEI: Noemi Di Segni (in collegamento da Gerusalemme), Livia Ottolenghi e Guido Coen. Alla tavola rotonda dei giovani ha partecipato Giulio Piperno dell’UGEI.
L’ultima sera lo spettacolo dell’Ensemble Noded di Davide Saponaro ha fatto risuonare tra le mura millenarie del monastero le musiche dei diversi esili ebraici: bellissime melodie che hanno affascinato gli ascoltatori.
Come si vincono luoghi comuni, pregiudizi e stereotipi? Le solenni e retoriche condanne dell’antisemitismo non sono sufficienti, occorre far conoscere l’ebraismo e i suoi valori nei diversi ambiti della società italiana. A mio avviso non c’è altra via.
Una risposta
Grazie a Jules Isaac…Z’B’ e a tutti Voi.