Storia degli ebrei: istruzioni per l’uso
Un volume uscito tempo fa ricostruisce la millenaria storia degli ebrei negli ultimi tremila anni
Potrebbe a prima vista sembrare un esercizio nozionistico inutile e in parte ostile, con troppi e ripetuti ricorsi al Tetragramma che all’inizio possono disturbare. Potrebbe sembrare un libro più per goyim che per ebrei sin da piccoli avvezzi a sentire certe storie e certi riferimenti, e se fosse già solo per questo sarebbe bastato.
LA STORIA MONDIALE DEGLI EBREI (CATALOGO LATERZA) a cura del medievalista Pierre Savy in collaborazione con K. Berthelot, A. Kichelewski e, per l’edizione italiana, Anna Foa rappresenta in realtà un indispensabile manuale, non un bignami, asciutto e talvolta sorprendente, scritto in modo fluido e lineare, confezionato per aiutare chi non conosce la storia del popolo ebraico ad entrarci in modo ordinato e documentato e per chi la conosce poco o abbastanza di trovare spunti di riflessione e di recupero degli eventi, inserendo tutto in un puzzle semplice ma non semplicistico di date e fatti in un percorso in divenire, una storia che guarda avanti prendendo forma dal passato.
Senza velleità o riferimenti religiosi, senza mistificazioni, con un apprezzabile rigore storico, il libro rappresenta l’occasione per riordinare il filo plurimillenario seguito dagli Ebrei. Dalla stele di Merenpath del 1207 AEV all’istituzione in Europa della giornata della memoria nel 2006 e.v, l’autore passa in rassegna in modo essenziale i principali fatti di un’epopea infinita. Il libro ha certo un’evidente visione di parte, onestamente manifesta e quindi apprezzabile che plana sulla cronaca con l’analisi dell’Europa attuale, di quell’Est che trova difficoltà a far capire agli occidentali il dramma vissuto sotto i regimi comunisti ma finisce però per rimuovere con troppa facilità la loro parte di corresponsabilità nell’Olocausto fino a giustificare l’appoggio dato alle truppe naziste da alcuni.
Prima di arrivare a questo si ricorda la prima donna rabbino in Germania tra i liberali tedeschi nel 1935, il processo Eichmann del 1961, la difficoltà in Israele a inizio anni Novanta da parte degli askhenaziti ad integrare gli ebrei dell’Etiopia, identificati con il dispregiativo termine di Falascià. Il tutto è ricondotto e seguito da un filo conduttore preciso che mette in risalto anche fatti talvolta troppo trascurati: c’è il ricordo dell’espulsione degli ebrei di Libia, dell’attentato davanti al Tempio maggiore di Roma nel 1982, dell’avvento al potere di Golda Meir. Prima c’è certamente spazio per l’analisi dei regni di Davide e Salomone, la prima e la seconda distruzione del Tempio nel 587-586 AEV e 70 e.v passando per la datazione delle vicende legate agli Asmonei e Giovanni Ircano, all’elaborazione della Mishnah e del Talmud babilonese.
Il primo rogo dei testi sacri a Parigi nel medioevo fino alla Shoah e alla condizione degli ebrei nell’Urss e l’addio alla Russia. Il libro serve a mettere ordine e a dare consequenzialità organica ad una vicenda complessa e complicata ed effettua un sistematico rimbalzo tra documentazione storiografica e riferimenti bibliografici, a ricostruzioni attendibili o accreditate per dare spazio a quella parte di racconto della presenza ebraica nel mondo con meno fonti incontestabili, dove sacro e profano finiscono per intrecciarsi, dando forse per questo radici più profonde.