Minchah in Vaticano

Pochi giorni fa si è svolto un incontro interreligioso in Vaticano. Marco Cassuto Morselli ne traccia un breve resoconto per Riflessi

Martedì 10 gennaio su invito della Pontificia Accademia per la Vita si è tenuto nella Casina Pio IV in Vaticano l’incontro AI Ethics: An Abrahamic Commitment to Rome Call, un incontro interreligioso per discutere dell’etica dell’intelligenza artificiale. I tre capi delegazione, l’Arcivescovo Vincenzo Paglia, lo Sheikh Abdallah Bin Bayyah e Rav Eliezer Simha Weisz, membro del Consiglio del Gran Rabbinato d’Israele, alla fine dei lavori hanno firmato una dichiarazione congiunta, dandosi appuntamento per il prossimo incontro che si terrà a luglio in Giappone. Erano anche presenti il presidente di Microsoft Brad Smith, il vicepresidente di IBM Dario Gil e il capo economista della FAO Maximo Torero Cullen, a testimoniare una inedita alleanza tra religioni e tecnologie. Presente anche l’Ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede Raphael Schutz.

rav Eliezer Simha Weisz

Nel suo intervento, rav Eliezer Simha Weisz ha parlato del Golem. Coem sappiamo, il Golem nelal tradizione ebraica è una creatura creata dall’uomo e dall’uomo distrutta. Ciò che l’uomo, ha detto il rav, crea non deve prendere il sopravvento su di lui, ma è sempre l’uomo che deve essere in grado controllarlo. La tecnologia deve restare umana.

Le delegazioni sono state ricevute da papa Francesco che nel suo discorso ha detto: «Dopo la prima firma nel 2020, l’evento di oggi vede il coinvolgimento anche delle delegazioni ebraiche e islamiche, che guardano con uno sguardo ispirato dalle parole dell’Enciclica “Fratelli tutti”. La vostra concordia nel promuovere una cultura che ponga la tecnologia della intelligenza artificiale al servizio del bene comune di tutti e della custodia della casa comune è esemplare per tanti altri. La fraternità tra tutti è la condizione perché anche lo sviluppo tecnologico sia al servizio della giustizia e della pace ovunque nel mondo».

il Golem

L’intelligenza artificiale è sempre più presente in ogni aspetto della vita quotidiana, incide sul nostro modo di comprendere il mondo e noi stessi, influenza l’attività e perfino le decisioni umane. L’algoretica, ossia la riflessione etica sull’uso degli algoritmi, si pone lo scopo di favorire uno sviluppo umano delle nuove tecnologie. Occorre promuovere una antropologia digitale fondata sull’etica, l’educazione e il diritto.

Dopo un pasto kasher, Rav Weisz ha constatato che c’era un minian e ha pertanto guidato la birkat ha-mazon e poi minchah. Minchah in Vaticano: un segno dei tempi.

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