IHRA: nuovi sforzi contro l’antisemitismo in aumento
Si concludono oggi i lavori della Sessione plenaria dell’IHRA, quest’anno guidati dalla Gran Bretagna. La lotta all’antisemitismo si conferma una delle priorità dell’organizzazione

Si sono aperti domenica scorsa con un incontro sull’Intelligenza artificiale, e si concludono oggi con una conferenza sul genocidio dei Roma (rom), i lavori plenari dell’IHRA (International Holocaust Reference Alliance).
Riuniti a Londra – la Gran Bretagna è il paese presidente di turno – i delegati degli oltre 35 paesi aderenti all’organizzazione internazionale si sono ritrovati per discutere nuove linee di azione e progetti finalizzati non solo a contrastare l’antisemitismo, ma anche a combattere il negazionismo e la distorsione della Shoah, nonché il pregiudizio e a sviluppare nuovi progetti educativi, a elaborare nuove azioni per la formazione del personale qualificato che ha il compito, nella vita quotidiana, di tutelare i valori su cui si basano le moderne democrazie (tra cui la lotta all’odio razziale).
I lavori dell’IHRA si sono sviluppati in questi giorni nei vari Gruppi di lavoro e Comitati, che poi, come sempre, hanno trovato una sintesi nei lavori dei capi delegazione, i diplomatici che rappresentano i loro paesi.
Per l’Italia, la delegazione guidata dall’ambasciatore Maccotta e dalla vice Paola Deiana (del Ministero dell’istruzione e del merito) è stata presente su tutti i tavoli, in particolare quelli su “Museum e Memorials” (con Simonetta Della Seta, Amedeo Spagnoletto, Micaela Procaccia e il sottoscritto), “Education” (Paola Deiana, Silvia Guetta e Sira Fatucci), “Academic” (Gadi Luzzatto Voghera e Michele Sarfatti), “Antisemitism” (Gadi Luzzatto Voghera, Simonetta Della Seta e Sira Fatucci), “Holocaust, Genocide and Crimes Against Umanity” (Andrea Saman e il sottoscritto), “Genocide of Roma” (Michele Sarfatti), “Archives” (Micaela Procaccia).
Nel corso dei vari incontri, sono emersi alcuni dati: l’aumento dell’antisemitismo in tutta Europa dopo il 7 ottobre; le manifestazioni di odio e di violenza, come di recente ad Amsterdam nei confronti dei tifosi israeliani; l’aumento dell’ostilità diffusa che si traduce in un rinnovato consenso a idee di estrema destra, come mostrato da alcuni recenti sondaggi, ad esempio sui giovani tedeschi.
Naturalmente, oltre alla descrizione della realtà esistente, IHRA elabora strategie e linee guida per promuovere azioni di contrasto e prevenzione ai pregiudizi. Per l’Italia, ad esempio, i delegati hanno messo in evidenza il lavoro che da anni si compie con la rete dei musei, con gli operatori scolastici e quelli addetti alla sicurezza, per insegnare a riconoscere l’antisemitismo e per prevenirlo, come di recente fatto con il progetto FADE (Fight Against Antisemitism through Training and Awareness-Raising Activities) e in collaborazione con UCEI, OSCAD (Observatory for Security against Discriminatory Acts), UNAR (National Office Against Racial Discrimination) CDEC (Centro di educazione ebraica contemporanea).
Anche la possibilità di educare e sensibilizzare la lotta al pregiudizio antisemita grazie alle performance di artisti contemporanei, in collaborazione con i musei della shoah, è una strada che potrà essere esplorata, su proposta della delegazione italiana.
Ora si tratta di tradurre quanto emerso a Londra in nuovi impulsi e azioni all’interno di ogni paese. Per l’Italia, ad esempio, oltre ai vari passaggi istituzionali curati dal capo delegazione con i ministeri degli esteri e dell’istruzione, nonché con il commissario per la lotta all’antisemitismo, sarà interessante comprendere anche come la delegazione italiana potrà farsi testimone presso i vari operatori (si pensi ad esempio ai musei che si occupano di Shoah, e ai loro operatori, volontari o meno, che operano quotidianamente per informare ed educare i visitatori; o alle scuole, agli insegnanti e agli studenti) di quanto deciso in sessione plenaria, trasmettendo e diffondendo le “buone pratiche” elaborate negli altri paesi (ad ogni sessione, infatti, vengono descritte esperienze di alcuni paesi, come ad esempio l’inaugurazione o il miglioramento delle attività di uno o più musei sulla Shoah sparsi nel mondo: quest’anno si sono illustrati i casi del Giappone e dell’Argentina).
I lavori plenari si erano aperti invece con un sentito ricordo di Yehuda Bauer, storico israeliano e ideatore e animatore per molti anni dell’IHRA. Nel messaggio pensato per essere letto dopo la sua scomparsa, Bauer tra l’altro scrive: non ho scelto di nascere ebreo, ma non sono dispiaciuto di ciò.
Trovo che gli ebrei siano un popolo curioso, affascinante, anche se complicato. E non credo alle utopie, che di solito producono disastri, ma credo che ognuno di noi possa migliorare se stesso e il proprio mondo, anche se solo un poco.
E’ sembrato, a tutti i presenti, il viatico migliore per proseguire in un impegno difficile, ma quanto più necessario.
I lavori plenari dell’IHRA si terranno nel 2025 in Israele, che si appresta dunque a ereditare dalla Gran Bretagna il testimone di presidente di turno.
Una risposta
Grazie per questo importante impegno.