Necessità e urgenze del dialogo ebraico-cristiano
Guido Coen, consigliere UCEI delegato al dialogo interreligioso, è intervenuto nella annuale giornata dell’amicizia ebraico-cristiana. Nel ricordo di un grande amico di Israele: David Sassoli
In primo luogo desidero ringraziare il Segretariato Attività Ecumeniche e l’Amicizia Ebraico-Cristiana per questo invito, e in particolare Stefano Ercoli e Roberta Ascarelli.
Per la prima volta nel 2021 l’UCEI ha designato un consigliere con delega per il dialogo interreligioso. Questo è un segno che sta crescendo anche nel mondo ebraico la consapevolezza della necessità e dell’urgenza di confrontarsi con altre religioni e in particolare con il cristianesimo.
Nel ruolo di consigliere ho assistito nel dicembre scorso per la prima volta ai Colloqui di Camaldoli nella loro 41° edizione. Il tema era Yeshua/Gesù e Israele a 61 anni dallo storico incontro tra Jules Isaac e Giovanni XXIII. Per usare le parole di Rav Abraham Skorka, quello è stato «l’inizio di un cammino di amicizia che da allora ha benedetto cristiani ed ebrei».
A Camaldoli ho molto apprezzato l’atmosfera calda e accogliente: abbiamo festeggiato insieme Chanukkah, la festa delle luci, e trascorso insieme in un clima di condivisione anche lo Shabbat. È stata una dimostrazione tangibile dei progressi del dialogo ebraico-cristiano in questi ultimi decenni.
In quella sede sono state anche presentate Sedici schede frutto di un progetto congiunto della CEI e dell’UCEI: un gruppo di esperti ha esaminato alcuni manuali per l’insegnamento della religione cattolica (IRC) e poi ha preparato degli approfondimenti a partire dalle lacune e dai fraintendimenti che sono stati rilevati. Gli argomenti sono: Rapporto tra Antico e Nuovo Testamento, Torah scritta e orale; Sacerdoti, rabbini … e preti; L’elezione d’Israele; Il Nome di D-o; Giustizia e misericordia; La donna nell’ebraismo; Precetti e valori; Il ciclo della vita; Le feste ebraiche; Popolo d’Israele e Terra d’Israele; Gli ebrei italiani; Il dialogo ebraico-cristiano dal Concilio Vaticano II ad oggi; Gesù ebreo; Paolo ebreo.
Le schede sono nella fase di elaborazione finale e mi auguro che possano avere una diffusione più ampia di quella originariamente prevista, in modo da diventare uno strumento di conoscenza dell’ebraismo e contribuire a contrastare i pregiudizi, gli stereotipi e la disinformazione ancora presenti in molte realtà della nostra società.
Le realtà dell’ebraismo spaziano dall’arte, all’archeologia, alla musica, alla letteratura e anche alla cucina e si tratta di contributi importanti per la crescita culturale di tutto il nostro Paese. Questo apre un campo molto ampio di possibili collaborazioni.
Ad esempio l’Associazione Daniela Di Castro ha patrocinato la riapertura delle catacombe ebraico-cristiane di Venosa (PZ) del periodo tardo-antico e alto-medievale (III-VII secolo) che costituiscono secondo Giancarlo Lacerenza il migliore spaccato della società ebraica meridionale di quei secoli e documentano il livello di integrazione allora esistente tra ebrei e cristiani, in un clima di proficua convivenza.
Il mio sogno nel cassetto è valorizzare i beni culturali ebraici e renderli il più possibile fruibili creando un Museo diffuso utilizzando le sinagoghe, i musei, i cimiteri e gli insediamenti che sono disseminati nel territorio italiano, segno della capillare diffusione della presenza ebraica nei secoli.
Un ruolo di fondamentale importanza è quello svolto dal MEIS di Ferrara, che si avvale dei più moderni ed efficaci mezzi di comunicazione e di trasmissione per diffondere le diverse forme della cultura ebraica. È molto importante a mio avviso non limitarsi solo ed esclusivamente alla memoria della Shoah ma far conoscere un ebraismo vivo con le sue usanze, tradizioni e valori.
In ambito sanitario ho collaborato a un progetto riguardante l’assistenza del fine vita. Il tavolo interreligioso insieme a Religions for Peace ha partecipato al XXI Convegno nazionale di pastorale della salute (Caserta 2019) nel corso del quale è stato presentato un opuscolo contenente le indicazioni per assistere i Pazienti delle diverse religioni nell’ultimo periodo della loro vita.
Avviandomi verso la conclusione vorrei citare le parole di un altro grande maestro contemporaneo, Rav Jonathan Sacks: «Si può cambiare il mondo? La risposta è sì, e la prova è una delle storie più edificanti nella storia religiosa dell’umanità: la mutata relazione tra ebrei e cristiani dopo la Shoah». Egli cita poi delle affermazioni di papa Francesco: «Mai è venuta meno la fedeltà di Dio all’alleanza con Israele… attraverso le terribili prove di questi secoli gli ebrei hanno conservato la loro fede in Dio. E di questo a loro non saremo mai sufficientemente grati, come Chiesa, ma anche come umanità».
Commenta Rav Sacks: «Forse è la prima volta che un papa ha pubblicamente riconosciuto che, nel rimanere fedeli alla loro fede, gli ebrei erano rimasti leali verso Dio, non infedeli. Questa è una dichiarazione in grado di cambiare il mondo».
Desidero concludere il mio intervento ricordando il mio fraterno amico, per oltre 40 anni: David Sassoli.
Nel 2019 durante la sua visita ufficiale alla Comunità Ebraica di Roma in veste di Presidente del Parlamento Europeo, David ha pronunciato queste parole: «L’antisemitismo è la parte peggiore della storia del nostro continente e riemerge ogni tanto con forza. Per questo non dobbiamo essere indifferenti.
Nell’Europa che vuole difendere la libertà serve un grande sforzo propositivo per far arrivare in modo più incisivo il valore che la cultura ebraica condivide con il resto della collettività. È un impegno che va perseguito con tenacia, un investimento deciso nelle scuole, nella cultura, sui media».
In quella occasione David propose di istituire un Coordinatore nazionale per la lotta all’antisemitismo, proposta che è stata realizzata nel gennaio 2020 con la nomina di Milena Santerini.
3 risposte
Bel ricordo di David
Bellissimo articolo
Apprezzo sempre le sagge parole dell’amico Guido Coen e trovo di grande interesse ciò che ha scritto qui e tutto ciò che ha fatto nell’importante ruolo come delegato UCEI al Dialogo Inter religioso.
Per come la vedo è un lavoro fondamentale contribuire a un dialogo tra la cultura religiosa cristiana e quella ebraica…! Fondamentale direi per la parte ebraica, in particolare per l’Italia e l’Europa, alla luce del ruolo positivo che la potente Chiesa cattolica può svolgere per diradare sentimenti anti ebraici vecchi e nuovi.