Hashomer Hatzair alle prese con il Covid: ne parliamo con la shlichonà Miriam Leonardi

Che effetto ha avuto la pandemia sulle vostre attività?
Questo periodo storico si è sicuramente rivelato pieno di sfide e ostacoli. Ci siamo dovuti mettere alla prova e ci siamo trovati davanti a domande che non avremmo mai pensato di doverci porre. Come continuare a fare le nostre attività settimanali? Come continuare a rafforzare quel senso di “kvutza”, di gruppo, così importante per l’Hashomer Hatzair, quando non ci è possibile abbracciarci e parlare faccia a faccia? Abbiamo iniziato a svolgere online tutte le nostre attività. Questa è stata sicuramente una grande sfida, che stiamo continuando ad affrontare. Grazie alla creatività e alla determinazione dei nostri educatori e educatrici (bogrim e bogrot) il movimento si sta rinnovando continuamente per coinvolgere i nostri ragazzi e le nostre ragazze (chanichim e chanichot). Stiamo cercando di sfruttare al meglio tutte le opportunità che le attività online portano con loro. Ci hanno infatti dato la possibilità di proporre conferenze anche per genitori, persone che non sono più nel movimento e persone di altre comunità ebraiche, oltre ad averci dato la possibilità di interagire (anche se in modo virtuale) con l’Hashomer Hatzair italiana e con quella europea.

Che effetto sta producendo il Covid sui ragazzi?
Il prolungarsi della pandemia ha sicuramente reso difficile l’interazione sociale, quindi il ruolo dei movimenti giovanili è stato ancora più importante. Con determinazione abbiamo continuato a svolgere le nostre attività settimanali, anche se virtualmente, per creare uno spazio di aggregazione sociale, di supporto reciproco e di crescita. Soprattutto durante il lockdown è stato difficile adattarsi ad un nuovo modo di interagire e di fare attività. Le nostre bogrot e i nostri bogrim si stanno continuamente reinventando, con grande creatività e determinazione, per portare avanti il processo educativo e mantenere l’entusiasmo in questo momento difficile, trovando nuovi modi per sostenere i nostri chanichim e le nostre chanichot.

Ci descrivi in dettaglio le vostre iniziative con la pandemia?
In questi mesi l’Hashomer Hatzair ha continuato a preparare attività e giochi online per le nostre ragazze e i nostri ragazzi (chanichot e chanichim). Nonostante le grandi difficoltà del periodo abbiamo dato il massimo per trasportare il nostro entusiasmo e la nostra creatività nelle attività su zoom, organizzando conferenze, giochi e incontri di ogni genere.
Abbiamo parlato di attualità, di valori, di tarbut, senza mai dimenticare l’importanza del gioco e del divertimento. I bogrim e le bogrot (gli educatori e le educatrici) hanno dimostrato di avere grande dedizione e creatività e ogni settimana preparano attività e giochi sui temi più vari, con grande responsabilità e serietà. Abbiamo preparato un’emozionante evento per hanukkà, oltre a delle conferenze con esperti di vari settori.
Alla fine dell’anno abbiamo dato tutti noi stessi per organizzare un campeggio online insieme all’Hashomer Hatzair di Milano, Torino e Firenze. Siamo molto felici che a questo campeggio virtuale abbiano partecipato chanichim e chanichot di altre comunità ebraiche italiane. Stiamo lavorando per includere maggiormente nelle nostre attività anche i ragazzi e le ragazze di comunità dove non è presente l’Hashomer Hatzair. Abbiamo infine accolto tra noi una nuova shlicha, che si è da subito messa a lavorare sodo con gli educatori per realizzare al meglio i nostri progetti.

Cosa chiedete alla comunità per sostenervi?

La comunità ebraica in questo periodo sta facendo il possibile per mantenere il benessere della comunità e dei giovani all’interno di essa, anche attraverso il sostegno ai movimenti giovanili, più importanti che mai in questo momento. Speriamo che la comunità continui a mostrarci il supporto che ci ha dato fino ad ora, continuando a sottolineare la fiducia che ripone nei giovani.

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