Ebrei e Mitteleuropa

Si è svolto ieri a Roma un convegno su un mondo nel cuore dell’Europa che ha dato vita a secoli di cultura, cui gli ebrei hanno contribuito in buona parte

Franz Kafka (1883-1924)

Lontano da dove era il titolo del libro che Claudio Magris dedicava nel 1971 all’opera e alla leggenda di Joseph Roth, uno scrittore allora sconosciuto che si era fatto cantore elegiaco e scontroso della Mitteleuropa asburgica: un luogo dai confini che fluttuavano tra guerre e sovrani ma che per lui si identificava con il dominio dolce e tollerante di Francesco Giuseppe e con il fascino del suo centro, Vienna, la capitale cosmopolita dell’impero dei molti popoli in cui regnavano, insieme alla corte, anche nuove aristocrazie dello spirito in cui gli ebrei trovavano spesso successo e prestigio: “una Vienna la quale non è meno irreale di Persepoli o di Cartagine”, scrive dall’esilio Stefan Zweig che pure nella sua autobiografia, Il mondo di ieri, la ricordava con immensa nostalgia.

Alla fine della Prima guerra mondiale Roth, l’ebreo galiziano che era nato in un paesino della Galizia, parlava yiddish, ebraico e  polacco, aveva studiato sia a Varsavia che a Vienna e scriveva romanzi nostalgici e reportage graffianti, diventa un apolide; la sua Mitteleuropa perde consistenza geografica e politica per diventare un luogo dell’anima, ricco di sogni, di cultura e di una vita ebraica estremamente ricca. Con i viaggi, le lingue, la spinta ad una integrazione ‘spirituale’, il mito della lingua e della cultura tedesca, ma anche con la volontà di conciliare la tradizione chassidica e l’Occidente sempre più razionalista, la Mitteleuropa è infatti terreno identitario e progettuale soprattutto per il mondo ebraico orientale. Eppure l’idea di Mitteleuropa aveva avuto una origine essenzialmente politica: più delle idealizzate intersezioni asburgiche, era stato l’oggetto privilegiato delle mire espansionistiche prussiane (e poi tedesche)  che vedevano a Est una terra di  conquista immaginando “la rinascita della Grande Germania” di cui parla Thomas Mann nelle pagine patriottiche delle Considerazioni di un impolitico.

Joseph Roth

Ma per la galassia ashkenazita che guarda a Occidente, Mitteleuropa  diventa al di qua e al di là del Danubio  un oggetto identitario in cui domina il gioco infinito delle combinazioni, la fascinazione del diverso, la fuga dai confini (e non solo in termini geografici) : sospesa, disponibile a ogni idealizzazione  e ad ogni fuga sembra essere  nella sua vaghezza specchio e narrazione  di una variegata modernità ebraica attratta e, insieme, spaventata dalla assimilazione con i suoi pericoli e le sue lusinghe.

Dai suoi molti luoghi e dalle sue tradizioni giunge la grandiosa ricchezza  e l’infinita sperimentazione di autori noti come Franz Kafka o Joseph Roth, Karl Emil Franzos e Sholem Aleichem, Margaret Susman, Martin Buber e Rose Ausländer, ma anche di una galassia di intellettuali ebrei variegata e, a tratti,  oscura. Dalle loro pagine – ha scritto recentemente Marco Rispoli –  emerge una costellazione tutta ancora da esplorare che mostra“quanto sofferta e, al contempo, quanto straordinariamente feconda fosse la relazione tra l’ebraismo e le altre culture dell’Europa centrale: sia nelle aree e nei paesi slavi, sia riguardo alle sue specifiche espressioni in lingua yiddish e, soprattutto, all’inestimabile apporto da essa recato al mondo di lingua tedesca”.

Rileggere la Mitteleuropa nella sua frammentazione, anche rinunciando alla prospettiva rassicurante dell’Austria felix per coglierne le contraddizioni, spalanca un mondo di vieggi, genialità e di sorprese che induce a ripensare i concetti di transculturalità e transnazionalità e suggerisce prospettive “europee” in cui, come hanno sostenuto  Andreas Kilcher e Jacques Le Rider nei loro studi, gli ebrei sono assoluti protagonisti.

Al convegno su Mitteleuropa, ebraismo e letteratura hanno partecipato Pierluigi Battista, Massimo Giuliani, Massimiliano De Villa, Giuseppe Veltri, moderati da Laura Quercioli.

 

Una risposta

  1. Nel mio volume La questione ebraica nella società postmoderna Itinerari fra storia e microstoria, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 2023, ho dedicato largo spazio all’argomento e, in particolare, a quella Gerusalemme a cavallo fra XIX° e XX° secolo, costituita dalla Vienna ebraica. Fra le 1398 note del volume, al cennato argomento ho anche dedicato una vasta bibliografia.

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