Uomo e natura: un nuovo equilibrio è possibile?
Si svolge oggi a Venezia il secondo incontro organizzato dall’Ucei sull’art. 3 della Costituzione: stavolta si parla di Uguaglianza e giustizia climatica
“Chi si ferma ad ammirare la bellezza di un albero è passibile di morte”, afferma la Mishnà; dunque, non c’è spazio nell’ebraismo per imparare dalla natura?
D’altra parte, il legame tra umano e natura è oggi un’evidenza così forte e diversa dal passato che il mondo anglosassone ha coniato un termine, Entanglement, per indicare questo interconnessione diversa da quella del passato, al punto che, potremmo dire, o ci salveremo insieme dai cambiamenti climatici in corso, o non ci salveremo.
Di tutto questo si parlerà oggi a Venezia, all’Ateneo Veneto (ore 18), nel secondo incontro del progetto “Articolo: diversi tra uguali”, organizzato dall’UCEI, che vuole declinare l’art. 3 della costituzione sotto vari aspetti. Dopo uguaglianza e Costituzione, di cui si è parlato a Torino (con Gherardo Colobo e Daniela Dawan), a Venezia dialogheranno sulla giustizia climatica Laura Boella, filosofa morale, e Haim Baharier, talmudista e psicoanalista; come terzo ospite sarà presente anche Roberto Ciccuto, presidente della Biennale di Venezia, la cui sezione Architettura quest’anno è dedicata proprio alla compatibilità e sostenibilità ambientale.
Anche il luogo scelto, Venezia, richiamerà gli argomenti di cui si parlerà oggi, in cui il precario equilibrio tra ambiente e presenza dell’uomo si mostra nel delicato ecosistema della città lagunare.
Il dialogo sarà moderato da Giovanni Levi, professore emerito di storia moderna all’Università Ca’ Foscari e sarà aperto dai saluti di Antonella Magaraggia, Presidente dell’Ateneo e di Davide Jona Falco Assessore dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
L’iniziativa non riguarda solo gli adulti: ad ogni incontro è abbinato, in contemporanea e in un locale adiacente, a “L’unità fa la differenza”: un laboratorio didattico, a cura del MEIS e di CoopCulture, rivolto a bambini tra i 6 e gli 11 anni, che prende spunto dall’Articolo 3 per affrontare, con un linguaggio e degli argomenti adeguati ai bambini, i temi della convivenza civile e del contrasto alle discriminazioni di genere.
«E’ chiaro che quando parliamo di ambiente non possiamo più riferirci solo alla tutela del paesaggio o delle bellezze naturali che vengono normati in altri articoli costituzionali – spiega Massimiliano Boni, consigliere UCEI e responsabile del progetto “Art 3”, illustrando la tappa di Venezia – Il cambiamento climatico causato dalle attività umane ha, infatti, conseguenze visibili sulla vita di milioni di persone, ma non tutte possono affrontarlo nello stesso modo: i più deboli, che sono anche meno responsabili delle cause, finiscono spesso per essere i più esposti. La “rimozione degli ostacoli all’uguaglianza”, promossa dal secondo comma dell’Art. 3, oggi va dunque declinata anche in una serie di politiche a favore di chi rischia questo tipo di ingiustizia climatica».
Il questo contesto l’ebraismo può offrire chiavi di lettura originali. Nella Torà è raccontata la catastrofe climatica per eccellenza: il Diluvio Universale; anche la storia di Sodoma e sembra rievocare calamità contemporanee. «L’interrogarsi su queste pagine ha portato la tradizione ebraica a riflettere sulla responsabilità dell’umanità in questi contesti – prosegue Boni -. Se rapportiamo queste narrazioni al presente, la Torà sembra avvisarci che una cattiva relazione tra gli uomini produce squilibri non solo tra loro stessi, ma anche tra l’umanità e la natura».
Nel mondo di oggi, dove per la prima volta scopriamo quanto la natura possa cambiare velocemente sotto i nostri occhi, le riflessioni di Laura Boella e Haim Baharier ci aiuteranno a capire quale futuro per uomo e natura è possibile immaginare in questo nuovo equilibrio.