Faccio teatro in giudaico-romanesco per ridere e per riflettere
Alberto Pavoncello, insegnante, attore e regista teatrale, racconta a Riflessi tanti anni di successi
Caro “O Professore”, Alberto Pavoncello, all’inizio sei stato un apprezzato insegnante di matematica, fino a che poi è emersa la tua anima artistica. Come è nata l’idea di iniziare a fare teatro per la salvaguardia del giudaico-romanesco?
Quali furono i lavori teatrali successivi che ricordi con maggiore intensità?
Quanto è importante conservare l’uso del giudaico-romanesco?
Molto, se penso che per esempio “fa resciudde”, tra i suoi mille usi, potrebbe aver salvato la vita a qualche ebreo durante l’occupazione nazista di Roma. Non si può perdere una lingua che ha un vocabolario ricchissimo di parole che nascono dall’ ebraico.
Secondo te le nuove generazioni continuano ad usarlo come i loro nonni?
La salvaguardia del giudaico-romanesco era l’unico scopo del tuo lavoro?
La verità è che l’ho considerato sempre uno strumento per affrontare tematiche che coinvolgessero tutti e mi permettesse di meglio arrivare nell’intimo di ognuno. Volevo far ragionare lo spettatore e portarlo a teatro. I temi, ancora attuali, da me affrontati sono stati l’omosessualità, il bullismo, la violenza sui social, i matrimoni misti, l’Alyà e gli anziani. Ricordo volentieri anche il periodo in cui organizzavo delle brevi rappresentazioni che introducevano un tema e poi si apriva un dibattito con esperti del settore e rabbini che salivano sul palco. Ebbe molto successo anche quel tipo di format.
C’è un momento particolarmente bello che vuoi ricordare?
Ricordo due riconoscimenti che mi hanno fatto molto piacere: quello del Consiglio della Comunità di Roma, per il mio impegno a mantenere vivo il dialetto giudaico romanesco, nel 2018, ed il Premio Fiuggi per lo spettacolo ricevuto lo stesso anno sempre per il “meritorio lavoro nel recupero e valorizzazione del Giudaico-romanesco”. Per quest’ultimo ricordo una grande emozione perché venivo premiato insieme a Gigi Proietti, Luca Verdone, fratello di Carlo, Manuela Kustermann ed i Direttori artistici di alcuni teatri importanti come il Vascello o il Vittoria. In confronto a loro ero un vero dilettante ma con qualche battuta ed una storiella sul rapporto tra padre e figlio, conquistai sia la platea che gli altri premiati. Sono state due grandi soddisfazioni. Voglio anche ricordare, però, una studentessa cattolica dell’università de L’Aquila che mi chiese aiuto per una tesi sul dialetto giudaico-romanesco per la conclusione della sua triennale che ebbe tanto successo ed alla quale fu chiesto, al termine della magistrale, di riprendere ed approfondire il tema. In conclusione fu un grande successo, prese 110 e lode e le fu pubblicata la tesi.
C’è qualcosa di cui sei particolarmente orgoglioso?
Sì, avevo creato un gemellaggio tra la scuola ebraica e la scuola statale dove io insegnavo e nel 2002, prima che iniziassero i viaggi del Comune di Roma e poi della Regione, con i proventi di uno spettacolo, guidati da Shlomo Venezia z.l. accompagnammo alcuni rappresentanti delle due scuole gemellate a visitare i campi di Auschwitz-Birkenau.
Questo ultimo anno è stato funestato dalla pandemia dovuta al Covid-19 ed i teatri sono stati chiusi. L’emergenza sanitaria ha bloccato anche il tuo lavoro?
Il lockdown ci ha bloccato la presentazione di un’opera ormai pronta. Avevo già prenotato il teatro per sette repliche ed ho dovuto annullare tutto. Adesso aspettiamo che si torni alla normalità senza mascherina e distanziamento e che i teatri possano riaprire con tutti i posti a sedere previsti. Voglio ricordare che la nostra attività ha come fine ultimo anche il reperimento di fondi per fare zedakà e quindi, per coprire i costi fissi ed avere somme per fare beneficienza, abbiamo bisogno di riempire il teatro.
Hai potuto scrivere durante il lockdown?
Puoi anticiparci il tema della prossima commedia che, speriamo, possa uscire nel prossimo autunno?
Certo. Il tema dello spettacolo sarà la famiglia e tutto girerà intorno ad una truffa nei confronti di un anziano; ci saranno molti colpi di scena e la partecipazione di Alberto Omopiccolo è garanzia di divertimento per tutti.
Grazie Professore ed arrivederci sul palco!