Minchah in Vaticano
Pochi giorni fa si è svolto un incontro interreligioso in Vaticano. Marco Cassuto Morselli ne traccia un breve resoconto per Riflessi
Nel suo intervento, rav Eliezer Simha Weisz ha parlato del Golem. Coem sappiamo, il Golem nelal tradizione ebraica è una creatura creata dall’uomo e dall’uomo distrutta. Ciò che l’uomo, ha detto il rav, crea non deve prendere il sopravvento su di lui, ma è sempre l’uomo che deve essere in grado controllarlo. La tecnologia deve restare umana.
Le delegazioni sono state ricevute da papa Francesco che nel suo discorso ha detto: «Dopo la prima firma nel 2020, l’evento di oggi vede il coinvolgimento anche delle delegazioni ebraiche e islamiche, che guardano con uno sguardo ispirato dalle parole dell’Enciclica “Fratelli tutti”. La vostra concordia nel promuovere una cultura che ponga la tecnologia della intelligenza artificiale al servizio del bene comune di tutti e della custodia della casa comune è esemplare per tanti altri. La fraternità tra tutti è la condizione perché anche lo sviluppo tecnologico sia al servizio della giustizia e della pace ovunque nel mondo».
L’intelligenza artificiale è sempre più presente in ogni aspetto della vita quotidiana, incide sul nostro modo di comprendere il mondo e noi stessi, influenza l’attività e perfino le decisioni umane. L’algoretica, ossia la riflessione etica sull’uso degli algoritmi, si pone lo scopo di favorire uno sviluppo umano delle nuove tecnologie. Occorre promuovere una antropologia digitale fondata sull’etica, l’educazione e il diritto.
Dopo un pasto kasher, Rav Weisz ha constatato che c’era un minian e ha pertanto guidato la birkat ha-mazon e poi minchah. Minchah in Vaticano: un segno dei tempi.
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