La questione della terra viene variamente declinata, dalle più abituali formulazioni legate alla sicurezza nazionale (lo «spazio strategico» sul quale poggiare la difesa del Paese) a quelle di natura etnoculturale (la difesa di un territorio considerato ebraico per via della storia e della tradizione religiosa). Le violenze di Hamas, da un tale punto di vista, non hanno fatto altro che rafforzare le tematiche securitarie. Dal campo palestinese sono infatti giunti ripetuti segni di inaffidabilità, commisti a nuove manifestazioni di delegittimazione nei riguardi dell’«entità sionista». Per molti rimane vigente, infatti, la dottrina della provvisorietà dello Stato ebraico, destinato ad essere assorbito, se non estinto, dall’evoluzione delle società arabe.
In un tale quadro problematico, l’elezione in un’unica sessione di Isaac Herzog a presidente dello Stato, in sostituzione dell’uscente Reuven Rivlin, costituisce invece un segno di ricerca di una qualche “normalità”. Esponente laburista di lungo corso, più volte ministro, figlio di un altro presidente, Chaim Herzog, ha coalizzato su di sé, e da subito, ben 87 voti parlamentari, raccogliendo l’assenso non solo della sinistra e del centro ma anche di diversi esponenti della destra. Il ruolo del presidente, nella configurazione istituzionale d’Israele, è quello di una figura di garanzia, che deve operare con imparzialità per rappresentare l’unità della nazione e la continuità dello Stato nei suoi fondamenti di legittimità.
Per l’appunto, opererà nel senso di limare e contenere quegli elementi di divisività che pure sono presenti nel confronto politico nazionale, in un quadro, quello del Medio Oriente, che continua ad essere, per parte sua, tanto fragile quanto attraversato da continue tensioni.
2 risposte
Davvero molto interessante.
Ipotesi nuovo governo in Israele :
Una scenario molto complesso.
Credo che così come Israele è diventata una potenza militare …si debba avere fiducia nella intelligenza politica degli israeliani ….