E questi giovani? Ne parliamo con Simone Santoro, presidente UGEI
Raggiungo al telefono Simone Santoro, 26 anni, ebreo torinese con passaporto israeliano, sull’onda della recentissima conferma per il secondo anno a presidente dell’Ugei, che segue a distanza di pochi giorni la laurea in ingegneria dell’innovazione maturata tra Barcellona e Torino, che gli ha aperto le porte di una multinazionale italiana conosciuta in tutto il mondo.
Seppure a distanza, ne percepisco la lucida passione con cui interpreta il suo ruolo, e che spiega bene la serie di risultati ottenuti nel suo primo mandato. “Il nostro compito”, mi racconta, “è raggiungere tutti gli ebrei italiani compresi tra i 18 e i 35 anni, iscritti o iscrivibili a una comunità”. Sa bene, il presidente dell’Ugei, quali sono i problemi da affrontare: tra gli ebrei lontani, che non partecipano alla vita comunitaria, e quelli che neppure si iscrivono a una comunità, molti sono proprio i più giovani; inoltre, diffuso è il senso di disaffezione che molti provano oggi, soprattutto quando la comunità cui appartengono si mostra troppo polemica o rissosa.
“Il nostro sforzo non è solo diretto a creare incontri e feste, che pure sono necessari”, mi dice Simone. “Puntiamo infatti a far vivere in pieno l’identità ebraica, attraverso lo shabbat, le feste, la vita che orbita attorno ai bet ha Knesset”. Non solo. Grazie a una squadra affiatata, l’Ugei si è proiettata molto anche verso l’esterno, per mezzo di contatti e vere partnership con associazioni come il NOA (Networks Overcoming Antisemitism), l’EUJS (European Union of Jewish Students, di cui la nostra Alessia Gabbianelli è vicepresidente), il World Jewish Congress e il CNG (Consiglio nazionale giovani); si tratta, in molti casi, di creare opportunità anche per il fundraising, per cui è stata conferita apposita delega ed è stata creata una commissione di lavoro dedicata. Molta attenzione poi c’è verso il mondo giovanile, attraverso la creazione di legami con Bene Akiva e Hashomer, per evitare che, raggiunti i 17 anni, i ragazzi si sentano di colpo spaesati.