Che idea ha dell’ebraismo italiano, dal suo punto di osservazione?
Premetto che seguo la vita ebraica italiana senza avere il tempo di essene pienamente coinvolto. In generale, a me dispiace che le stesse divisioni che riguardano l’ebraismo internazionale attraversino anche quello italiano. Mi pare che la generazione di mio padre avesse meno fratture. Io mi sono sempre identificato in un ebraismo liberal, quand’ero piccolo mi sembrava il solo modo di essere ebreo; non è chiaramente così, però vedo che le divisioni che oggi si registrano in Israele sono sempre più sentite in Italia, e non credo che ciò sia positivo.
Leggi anche:
Il futuro dell’Italia? Si decide quest’estate (David Parenzo)
In gara per il Colle più alto c’è tutto il paese (Marco Damilano)