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Auguri per Rosh Hashana 5782

ברכה לראש השנה תשפ”ב

L’ambasciatore d’Israele in Italia, Dror Eydar, saluta su Riflessi il nuovo anno e tutti gli ebrei italiani

Eccoci di nuovo qui, alle soglie del nuovo anno ebraico, a cercare di rinnovarci, di essere mondati dai turbamenti dell’anno trascorso, dalle sue maledizioni, dalle sue malattie, dalle sue frustrazioni. Eccoci qui, a cercare di essere benedetti e di realizzare nel prossimo anno ciò che non abbiamo fatto in tempo o non siamo riusciti a realizzare nell’anno appena passato.

I nostri maestri insegnano nella Mishnah che ci sono diversi tipi di Rosh Hashanah. Oggi, infatti, il popolo ebraico regola il tempo su almeno due calendari: il calendario generale e il calendario ebraico. Secondo il computo del tempo universale, abbiamo altri quattro mesi fino alla fine dell’anno. Sulla base di questo calendario gestiamo principalmente l’anno finanziario e quello materiale. Ma secondo il calendario ebraico, stiamo terminando l’anno associato al nostro ciclo di vita mentale e spirituale.

Nel mondo agricolo, siamo in questo momento nel periodo del raccolto. Il grano che è maturato durante l’estate viene ora raccolto, provista essenziale in vista dell’inverno. Anche nel nostro mondo personale, raccogliamo le nostre azioni, tiriamo le somme sulla nostra vita, su quello che abbiamo passato durante l’anno trascorso.

Rosh Hashanah nella tradizione ebraica è chiamato “Giorno del giudizio”. La grazia e il perdono arriveranno più tardi, nel Giorno dell’Espiazione, lo Yom Kippur. Ma prima di tutto, prima della grazia, la resa dei conti generale deve essere fatta con giustizia, senza falsificazioni: “Oggi saranno sottoposte a giudizio le creature del mondo”, si afferma nella preghiera di Rosh Hashanah. La condizione perché dopo giunga il perdono è un esame approfondito delle nostre azioni, come in un processo, cioè uno sguardo rigoroso e veritiero sullo stato della nostra vita. Dove abbiamo fatto bene e dove no, dove siamo riusciti e dove abbiamo perso l’occasione.

E poi, è importante che sappiamo perdonare. Perdonare noi stessi, le nostre mancanze, la nostra chiusura mentale; accettare noi stessi con grazia, carità e misericordia. È poi importante perdonare gli altri per gli errori che hanno commesso nei nostri confronti, a livello personale, o nei nostri confronti come parte della società.

Così è possibile giungere pronti alla festa di Sukkot, la “Festa delle Capanne”, che è la festa del raccolto, e stendere una Sukkah di pace su di noi e sulle nostre anime, sulle nostre famiglie e sul nostro popolo, sul nostro mondo e sull’intero universo.

Lo Stato di Israele e l’Italia, assieme al mondo intero, stanno affrontando molti problemi parallelamente alla lotta quotidiana contro un’epidemia mondiale. Ci sono stati momenti in cui abbiamo pensato che presto sarebbe stato tutto alle nostre spalle, e poi siamo stati sorpresi da un’altra ondata. Ma non bisogna arrendersi. Accanto ai problemi e alle cadute, vediamo con stupore l’umanità affrontare coraggiosamente una malattia che prima non conoscevamo; veniamo a conoscenza della potenza dello spirito umano. Mentre siamo in corsa, troviamo soluzioni che, anche se non perfette, danno una speranza.

Auguro al popolo d’Israele e al popolo italiano in generale, e alle comunità ebraiche qui presenti in particolare: un anno buono e dolce, un anno molto più sano, un anno di gioia, un anno fruttuoso; Un anno in cui tutti compiremo buoni progressi, sia a livello personale sia a livello pubblico e nazionale.

Mi piace concludere con la strofa di un noto piyyùt, che il mio compianto padre che era un cantore nella nostra sinagoga cantava la notte di Rosh Hashanah, come in molte comunità ebraiche in Israele e nel mondo. Il piyyùt è stato scritto nel tredicesimo secolo a Girona, Spagna, dal rabbino cabalista Avraham Hazan:

“La piccola sorella dispone le sue preghiere, evoca le lodi, o Signore, guariscila dai suoi mali. Termini l’anno con le sue maledizioni, inizi l’anno con le sue benedizioni”.

Amen.

S.E. Dror Eydar

Ambasciatore d’Israele in Italia

 

ברכה לראש השנה תשפ”ב

והנה שוב אנחנו עומדים בפתח השנה העברית החדשה, מבקשים להתחדש, להתנקות ממהומות השנה החולפת, מקללותיה, ממחלותיה, מתסכוליה. אנחנו מבקשים להתברך ולהגשים בשנה הקרובה מה שלא הספקנו או לא הצלחנו בשנה החולפת.

חכמינו לימדו במשנה שיש כמה סוגים של ראשי שנה. ואכן, כיום העם היהודי מתנהל לפחות על פי שני לוחות שנה: הלוח הכללי והלוח העברי. לפי הזמן האוניברסלי, לפנינו עוד כארבעה חודשים עד לסיום השנה. אנחנו מנהלים לפיו בעיקר את השנה הפיננסית, החומרית. אבל לפי הזמן העברי, אנחנו מסיימים את השנה הקשורה למחזור החיים הנפשי והרוחני שלנו.

בעולם החקלאי, אנחנו נמצאים בזמן הזה בתקופת האסיף. התבואה שהבשילה במהלך הקיץ נאספת כעת, צידה חיונית לקראת החורף. גם בעולם האישי אנחנו אוספים את מעשינו, מחשבים את חשבון חיינו, מה שעברנו במהלך השנה.

ראש השנה מכונה במסורת היהודית “יום הדין”. החסד והסליחה יבואו לאחר מכן ביום הכיפורים. אבל ראשית לכל, לפני החסד, החשבון הכללי צריך להיעשות בדין, ללא זיוף: “היום יעמיד במשפט של יצורי עולם”, כפי שנאמר בתפילת ראש השנה. התנאי לסליחה שתבוא לאחר מכן, הוא בחינה מעמיקה של מעשינו, כמו במשפט, כלומר מבט מפוכח ואמיתי על מצב חיינו. היכן היינו בסדר והיכן לא, היכן הצלחנו והיכן החמצנו.

ולאחר מכן, חשוב שנדע לסלוח. לסלוח לעצמנו, לחסרונותינו, לקוצר דעתנו; לקבל את עצמנו בחן ובחסד וברחמים. לאחר מכן חשוב לסלוח לאחרים על טעויות שעשו כלפינו במישור האישי, או כלפינו בהיותנו חלק מהחברה.

כך אפשר להגיע אסופים לחג הסוכות הוא חג האסיף, ולפרוש סוכת שלום עלינו ועל נפשותינו, על משפחותינו ועל עמנו, על עולמנו והיקום כולו.

מדינת ישראל ואיטליה, ביחד עם העולם כולו, מתמודדים עם בעיות רבות במקביל למאבק יום יומי במגיפה עולמית. היו רגעים שחשבנו שהנה, עוד מעט זה יהיה מאחורינו, ואז הופתענו בגל נוסף. אל ייאוש. בצד הבעיות והנפילות, אנחנו רואים בהשתאות את האנושות מתמודדת בגבורה עם מחלה שלא הכרנו קודם; אנחנו מתוודעים לעוצמת הרוח האנושית. תוך כדי תנועה, אנחנו מוצאים פתרונות, שגם אם אינם מושלמים, יש בהם תקווה.

אני מאחל לעם בישראל ולעם באיטליה בכלל ולקהילות היהודיות כאן בפרט: שנה טובה ומתוקה, שנה בריאה הרבה יותר, שנה של שמחה, שנה פורייה; שנה שבה נתקדם כולנו לטובה – הן במישור האישי והן במישור הציבורי והלאומי.

אסיים בבית מתוך פיוט מפורסם שאבי ז”ל שהיה חזן בבית הכנסת שלנו נהג לשיר בליל ראש השנה, וקהילות יהודיות רבות בישראל וברחבי העולם. הפיוט נכתב במאה ה-13 בגירונה שבספרד, על ידי המקובל רבי אברהם חזן:

“אחות קטנה, תפילותיה עורכה ועונה תהילותיה; אל נא, רפא נא למחלותיה; תכלה שנה וקללותיה, תחל שנה וברכותיה”.

אמן.

 

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